La globalizzazione spinta non è stata interpretata nel migliore dei modi: molti analisti si aspettavano che il mondo diventasse più piccolo, e invece lo abbiamo scoperto solo più cattivo. Mancano regole che permettano una vera libertà di scambio, perchè l’assenza totale di vincoli economici ha livellato verso il basso prezzi di beni che richiedono lavoro umano: al loro calare è corrisposto l’abbassamento del reddito e del potere d’acquisto dei lavoratori.
E la qualità dei prodotti?
Peggiorata, con il ricorso a terribili condizioni di lavoro e a turni inaccettabili per gli operai.
Il Made in Italy è stato tra i global brands più mortificati: tra le produzioni maggiormente aggredite dalla concorrenza sleale spicca quella del mobile imbottito. Sofa, divani, poltrone: dal 2007 un esercito di irregolari cinesi ha letteralmente preso d’assalto il nostro paese avviando la produzione di enormi quantità di prodotti scadenti in strutture pericolose e prive di ogni regola. Messi in vendita ad un prezzo assolutamente fuori mercato, tali prodotti stanno letteralmente uccidendo l’artigianato locale: a chi giova? Operai stipati in dormitori attigui ai capannoni, senza orari e con paghe da fame.
E certa grande distribuzione, trattandosi di prodotti sviluppati sul nostro territorio, cavalca un ‘made in italy’ fasullo e nato sul sangue dei poveri: nessuna qualità, nessun rispetto dell’etica, un boomerang che a fronte di prezzi bassi manda per strada migliaia di lavoratori.
Cronache dal divano
Pasquale Natuzzi, fondatore dell’omonimo gruppo quotato alla borsa di New York e leader nel settore ha denunciato la concorrenza sleale: 3200 dipendenti in Italia, diverse fabbriche nel mondo con artigiani qualificati e pagati il giusto, che potrebbe perdere quote di mercato di fronte a questo attacco. Il futuro dell’economia mondiale dipenderà dalle regole che i mercati riusciranno a darsi: un mondo senza barriere è ciò che desideriamo tutti, ma non un mondo senza limiti.
Report, la popolare trasmissione giornalistica condotta dalla brava Milena Gabanelli ha realizzato una interessante inchiesta su questo fenomeno: dai video tratti dalla puntata emerge un quadro preoccupante per l’economia e per la cultura del lavoro nel nostro Paese.
Eccovi i links per darle un’occhiata.
Sito RAI Report da cui è possibile scaricare il PDF dell’intervista.