Il disturbo, che colpisce ormai l’1% della popolazione, potrebbe avere gli anni contati. Un vaccino contro la celiachia può risolvere il problema.
Non solo i promettenti test sul vaccino contro il cancro al colon retto, o quelli sui vaccini “contagiosi” che estendono la copertura anche a soggetti diversi da quello vaccinato: i recenti avanzamenti nel campo della ricerca sui vaccini comprendono anche lo sviluppo di un farmaco contro la celiachia che risolva tutti i problemi legati all’ingestione di glutine.
Il trattamento, chiamato Nexvax2 e sviluppato dall’azienda di biotech ImmusanT, è un tipo di immunoterapia che secondo gli sviluppatori punta a riprogrammare il sistema immunitario per renderlo tollerante al glutine.
La celiachia: un brutto cliente
Il glutine, proteina alla base di grano, orzo e segale, provoca reazioni negative in sempre più persone danneggiando l’intestino. La stima è salita ormai ad un celiaco ogni 100 abitanti.
Attualmente l’unico rimedio contro la celiachia è evitare cibi che presentino glutine. Questo ha portato alla crescita in popolarità di un intero mercato basato su prodotti gluten-free. Eppure le diete di questo tipo seguitano a non essere comode né economiche, e presentano ancora molti rischi di esposizione accidentale.
Nexvax2 lavora in modo non dissimile da quello delle terapie antiallergiche. Il trattamento prevede due iniezioni a settimana per un periodo di 16 settimane, ed è basato su molecole chiamate peptidi, in grado di sollecitare una risposta immunitaria nel paziente che finisca per tollerare il glutine.
Il vaccino è studiato per pazienti che presentino un particolare gene del sistema immunitario chiamato HLA-DQ2.5 presente nel 90% dei casi. I primi test hanno puntato a dimostrare la sua sicurezza e la buona tolleranza dei pazienti.
La prossima fase di Nexvax2 coinvolgerà circa 150 pazienti e punterà a valutare anche la precisa efficacia del trattamento.
“Questa nuova fase è importante per stabilire la migliore efficacia di un vaccino rispetto ad una mera dieta gluten-free,” dice Jason Tye-Din, a capo del settore ricerca sulla celiachia dell’Hall Institute of Medical Research in Australia.
Come riportato dal portale ClinicalTrials.gov, la ImmusanT sta chiedendo la collaborazione di pazienti volontari in America, Australia e Nuova Zelanda. Per loro la prospettiva di un contributo economico, della guarigione dalla celiachia e finalmente di un bel panino come si deve.
Edit: il vaccino è entrato anche nella terza fase, qui trovate le informazioni.