Jennifer Doudna, co-inventrice di CRISPR si dice certa che le prime applicazioni mainstream di questa modalità di modifica genetica non riguarderanno la cura delle malattie o la scelta degli occhi di un bambino, ma saranno sulla nostra tavola.
“Penso che nei prossimi 5 anni il maggior riflesso di CRISPR nella vita quotidiana sarà nel settore dell’agricoltura,” dice la Doudna in un’intervista al magazine Business Insider, “e coltivazioni elaborate con CRISPR hanno il potenziale per eliminare sia fame che obesità”.
Non chiamatelo OGM
Chiariamo subito un punto: coltivazioni editate geneticamente sono decisamente cose diverse dai tanto criticati OGM: un conto è modificare geneticamente un cibo (miscelando e mettendo insieme geni di diversi organismi), un altro conto è “editarlo” producendo cambiamenti nel suo stesso genoma.
D’altra parte la differenza si traduce anche in un diverso approccio normativo: i campi editati geneticamente non sono sottoposti a nessuno dei paletti previsti per gli OGM.
CRISPR, tante opportunità
Ci sono diversi esempi di ricerca che ha sfruttato con successo il metodo CRISPR per dare benefici alle colture: sono state “editate” piante di pomodoro per migliorarne la resa, funghi per ridurre l’ossidabilità, è stata editata perfino una pianta di soia per ottenere un contenuto ridotto di grassi insaturi. CRISPR può darci cibi più salutari e più duraturi di quelli attuali, e se le previsioni della sua “creatrice” saranno giuste vedremo presto in tavola questi super cibi.
L’intervista: We’ll be eating the first Crispr’d foods within 5 years, according to a geneticist who helped invent the blockbuster gene-editing tool [Business Insider]