Il biologo molecolare George Church e il collega Noah Davidson dell’Università di Harvard hanno avviato una startup, la Rejuvenate Bio, che sviluppa soluzioni contro l’invecchiamento dai risultati straordinari: la prima fa tornare giovani i cani anziani.
Le terapie genetiche già attivate sui beagle hanno raggiunto traguardi aldilà delle più rosee previsioni ed ora sono concentrate anche su cani di altre razze, ma è solo l’inizio: i due ricercatori hanno identificato molti obiettivi di altrettanti interventi mirati, e compilato un nutrito database di geni legati all’invecchiamento.
L’idea di avviare un’attività nasce da una precedente, importante fase di test che ha esteso del triplo l’attesa di vita nei topi: 6 anni in più contro i 2 in più delle cure basate sulla restrizione calorica.
Le cure attuali
Lavorando sui cani, la Rejuvenate Bio ha individuato 9 diversi percorsi per il ringiovanimento cellulare, uno dei quali passa per l’eliminazione delle cellule senescenti, quelle che hanno smesso di dividersi e causano processi infiammatori nelle altre cellule sane.
Church è entusiasta dei risultati ottenuti prima sui topi e poi sui cani: spera che gli effetti possano essere generali e indipendenti dalle specie trattate. Utilizzeranno la stessa terapia genica anche sugli esseri umani.
La tipologia di lavoro che stanno adottando è molto interessante perché porta a una rapida diffusione di massa: concentrarsi sull’inversione dell’invecchiamento anziché sulla longevità evita eccessive attese per studi legati alla durata della vita (quanti decenni attendere prima di verificare che grazie a queste cure c’è chi vivrà 20, 30, 40 anni in più?) rende più facile l’approvazione delle cure da parte della FDA, e dunque la loro commercializzazione.