Non solo viaggi suborbitali: SpaceX ha lanciato di recente i primi 60 satelliti di un piano che ne porterà in orbita 12,000: il network Starlink estenderà la copertura internet direttamente dallo spazio ad altri 3 miliardi di persone.
Gli astronomi esprimono sincera preoccupazione che una volta ultimata a metà del 2020 la rete di 12.000 satelliti Starlink cambierà la mappa del cielo come la conosciamo, rendendo invisibili diverse stelle da terra e coprendone altre con la luminosità dei satelliti.
SpaceX, l’azienda guidata da Elon Musk, ha di recente lanciato in orbita la prima batteria di satelliti che fanno parte del network Starlink: è una fase importante di un progetto ambizioso, quello di portare internet in tutto il globo, ma può cambiare la percezione del cielo secondo alcuni scienziati.
Un’ora appena dopo il lancio da Cape Canaveral in Florida i satelliti (dal peso di circa 220kg) si sono stabilizzati in orbita bassa, circa 500km fuori dalla nostra atmosfera. Il “trenino” di questi 60 satelliti ha già dato un saggio della sua luminosità provocando centinaia di segnalazioni UFO e un video spettacolare di un astronomo amatoriale in Olanda. Eccolo:
“Non mi aspettavo che fossero così luminosi,” spiega Marco Langbroek, autore del filmato. “È una incredibile vista quella di una intera linea di oggetti brillanti che attraversano il firmamento”.
La differenza con i precedenti lanci satellitari è nella distanza: 36.000km contro 500km.
Certo, per raccogliere i segnali dei satelliti di Musk (che non sono concentrati sull’equatore ma distribuiti come una rete) non sarà necessaria una parabola, ma il cielo riempito di altre luci permanenti (delle quali diverse saranno visibili di volta in volta anche di giorno) non è una cosa di cui essere contenti.
L’ astronomo Michael J. I. Brown della Monash University stima che una volta in orbita saranno centinaia i satelliti visibili delsulla linea dell’equatore a tutte le ore del giorno e della notte: potrebbero oscurare nel numero e nella luminosità le stelle visibili ad occhio nudo.
Ronald Drimmel dell’Osservatorio Astrofisico di Torino va oltre, definendo il progetto Starlink una “potenziale tragedia”.
La potenziale tragedia di una mega costellazione artificiale come Starlink è che distorce la mappa delle stelle visibili. Starlink ed altri eventuali progetti simili rovineranno il cielo a tutto il pianeta
Ronald Drimmel, Osservatorio Astrofisico di Torino
Non è solo una questione estetica
L’astrofisico Darren Baskill dell’Università del Sussex in UK avverte: “se possiamo vederli ad occhio nudo è probabile che saranno parecchio fastidiosi anche per la prossima generazione dei grandi telescopi installati a terra”. Come il Large Synoptic Survey Telescope in Cile. Ogni immagine del cielo sarebbe “inquinata” da migliaia di stelle fittizie”. Perfino i radiotelescopi avrebbero difficoltà nella ricezione dei segnali.
Il prossimo set di lanci porterà il numero dei satelliti Starlink a 800, e segnerà l’inizio della fase operativa del progetto, portandolo in vantaggio rispetto ai piani di altri colossi come Amazon, che sta facendo offerte di lavoro per il suo “Progetto Kuiper” manderà in orbita bassa un’altra “costellazione” di 3260 satelliti.
Nelle sue prime dichiarazioni Musk fa sapere di non ignorare il problema, e di valutare col team di Starlink soluzioni per rendere i suoi satelliti meno riflettenti, magari cambiandone l’altezza dell’orbita.