Una storia vera: Stati Uniti d’America, primo mattino, Providence Hospital a Portland, nell’Oregon. Una signora di mezza età è stesa su un lettino operatorio, i chirurghi stanno per asportargli un tumore allo stomaco. Il Dottor Brian Chesebro le mette la mascherina dell’anestesia e le fa: “Ora lei respirerà in questa mascherina, ed io immetterò sevoflurano nelle sue vie respiratorie”.
Il Sevoflurano è uno dei gas più utilizzati in anestesia: l’altro è il desflurano.
Considerate che solo il 5% del gas erogato in sala operatorio viene metabolizzato dal paziente, il resto è risucchiato dal sistema di ventilazione per evitare che possa produrre effetti anche sul team operatorio.
E poi? Poi finisce nell’atmosfera, insieme agli altri gas serra.
Sevoflurano e desflurano sono molto simili: il primo richiede maggior monitoraggio dei pazienti, ma non è difficile da gestire, alla fine l’uno vale l’altro. Quello che gli anestesisti magari non sanno è che il desfluorano è molto, molto più dannoso per l’ambiente.
Al dottor Chesebro invece il discorso interessa: è un medico molto attento all’ambiente e preoccupato per il futuro del pianeta. Per questo ha speso molte ore a fare ricerca sui gas anestetici, e ha realizzato che il desflurano può trattenere il calore nell’atmosfera 20 volte più del sevoflurano e resta nell’atmosfera per 14 anni, mentre il sevoflurano esaurisce il suo ciclo in un solo anno.
A quel punto ha aperto un grosso blocco note nero e ci ha scritto tutti i gas impiegati dai colleghi, con grafici sull’utilizzo e relativo impatto ambientale, e li ha mostrati al suo gruppo medico: “tutto ciò che ho fatto è mostrargli dei dati. Non volevo essere insistente, solo informarli”.
Uno dei medici che ha trovato interessante l’analisi, il dott. Michael Hartmeyer, dice “avrei voluto saperlo prima, la mia prassi operatoria sarebbe cambiata molto tempo fa”.
Tra i dati che hanno colpito Hartmeyer c’è quello sulla produzione di gas serra: il desflurano equivale a guidare una flotta di 12 grossi SUV durante tutta la durata dell’operazione. Usare il sevoflurano equivale a guidare un’auto di media cilindrata: non è proprio il consumo della sua Toyota Prius, un’auto ibrida, ma almeno non è un mezzo disastro ambientale.
“Cerco di prendere accorgimenti. Non accendo troppe luci, faccio docce più brevi, o altro. Faccio il possibile. Ma nella mia professione cambiare il gas anestetico è un gesto facilissimo che può avere un impatto gigantesco”.
Anche altri colleghi in ospedale hanno orientato le loro scelte sul sevuflorano, e sono rimasti ancora più compiaciuti nel sapere che è anche molto più economico. Ciascuno di loro ha prodotto per la struttura un risparmio di 13.000 dollari all’anno: insieme superano il mezzo milione di dollari di risparmio annuo.
Il Direttore del Providence Hospital, Lisa Vance, nell’annunciare il passaggio ufficiale del sevuflorano come gas anestetico ha detto che il cambiamento non è stato fatto per ragioni di denaro: è stato fatto perchè l’OMS ha detto che i cambiamenti climatici sono il 1° problema sanitario mondiale del 21°secolo.
Gli sforzi di Chesebro, che lentamente si stanno allargando ad altri ospedali, sono tanto più importanti quanto il fatto che il settore sanitario americano è responsabile del 10% di tutte le emissioni di gas serra nel paese.
I controargomenti delle aziende farmaceutiche
Uno dei maggiori produttori di entrambi i gas, la Baxter International, dice che fornire un range di scelta ai pazienti è importante: “in fondo,” recita un suo recente comunicato, “i gas anestetici hanno un impatto equivalente ad appena lo 0,01% dei combustibili fossili.”
Se anche fosse, piccolo o grande che sia, perchè non ridurre comunque il proprio impatto sull’ambiente?
I dati sono la cosa meno contestabile del mondo. I dati parlano. Utilizzare il sevoflurano ha permesso al dott.Chesebro di rilasciare nell’atmosfera i gas serra equivalenti ad un viaggio di 65 chilometri. Se avesse usato il desflurano, sarebbe stato come guidare per più di 1900 chilometri.