I nostri oceani hanno visto giorni migliori: oggi sono pieni di plastica. Le microparticelle finiscono nei nostri cibi e nella nostra acqua.
Le loro temperature sono in crescita a causa dei cambiamenti climatici, con conseguenze serie per le barriere coralline. La pesca eccessiva e spesso illegale distrugge molte specie marine.
La lotta per l’ambiente è appena iniziata. Le organizzazioni ambientaliste di tutto il mondo stanno cercando disperatamente di invertire questo trend. Ocean Cleanup adopera un filtro lungo 2km per raccogliere rifiuti marini. Origin Materials punta a creare una plastica rinnovabile. Un Mare da Salvare, in collaborazione con l’emittente Sky, sviluppa concorsi di idee.
Questa settimana un nuovo sforzo si è aggiunto: una barriera corallina artificiale nel porto di Sidney. Il risultato di una collaborazione durata 3 anni tra la University of Technology Sydney (UTS), la famosa Opera House ed il governo della Nuova Scozia.
La barriera corallina artificiale è sviluppata dal Reef Design Lab e consiste in otto contenitori da otto metri. Ciascuno contiene tre strutture esagonali di cemento e acciaio.
La barriera è stata installata nell’area del lungo mare della famosa Opera House, il caratteristico teatro di Sidney noto nel mondo. Non lontanissimo da lì c’è la Grande Barriera Corallina: una formazione naturale grande come l’Italia o la metà del Texas, ed è in forte pericolo.
Negli ultimi anni la Grande Barriera Corallina si è “scolorita” di quasi l’89% a causa del riscaldamento delle acque.
Questo fenomeno non corrisponde necessariamente alla morte dei coralli. Le temperature fanno sì che il corallo espella l’alga che vive tra i suoi tessuti, portando il suo colore dal caratteristico rosso al bianco. È possibile invertire il fenomeno, ma occorrono fino a 10 anni. In questo lungo periodo la fauna marina e l’intera catena alimentare della barriera risentono gravemente del fenomeno.
Obiettivo
Lo scopo della barriera corallina artificiale di Sidney è di dare riparo alla vita marina, incoraggiandola a ripristinare la sua biodiversità.
“È magnifico, dopo poche settimane i contenitori sistemati stanno già attirando l’attenzione delle specie che speriamo di ospitare. Comprese murene e polipi,” dice David Booth, Professore di ecologia marina e capo del progetto. “Continueremo a monitorare l’installazione per valutare il risultato e il miglioramento della fauna marina. Speriamo di diventare un modello anche per altre città”.
La portata del problema
La barriera corallina artificiale non è un concetto nuovo. Da più parti il dibattito sulla loro utilità è acceso, specie sull’effettiva capacità di stimolare il ripopolamento delle specie marine.
Uno studio recente mostra infatti un aumento di “soli” 6.5kg di pesce ogni 10 metri quadri di barriera corallina artificiale.
Questa soluzione non risolverà da sola il problema della contaminazione dei mari. Neanche il loro riscaldamento (e nemmeno ha la pretesa di farlo). È cruciale tagliare le emissioni e la plastica.