Il 24 ottobre 2018 uno dei ponti del futuro più importanti del mondo ha visto la luce: l’Hong Kong-Zhuhai-Macau, 55 chilometri di ponti, tunnel subacqueo e quattro isole artificiali.
9 anni di lavorazioni, 18 miliardi di euro, durata garantita di almeno 120 anni e diverse qualità:
- Può reggere ad un terremoto di magnitudo 8.0 e allo scontro con una nave super cargo;
- Taglia i tempi di percorrenza da 3 ore a 30 minuti;
- Cuore e pressione dei guidatori sono monitorati per tutto il tragitto: le informazioni sono inviate al centro di controllo del ponte;
- Se un conducente sbadiglia per più di 3 volte in 20 secondi, una speciale telecamera si pone in stato di allerta.
- L’intero sistema è predisposto (e strutturato) per sfruttare il 5G.
È l’ultimo in ordine di tempo, ma il primo dei prossimi megaprogetti che ridefiniranno il mondo per come lo conosciamo.
4 ponti del futuro
Le nostre capacità ingegneristiche crescono anno dopo anno. Nuovi metodi, nuovi materiali, nuovi modi di calcolare ci permetteranno di ottenere risultati mai possibili anche solo qualche anno fa. Tra le grandi sfide che attualmente sono in fase di progettazione, quattro ponti del futuro in particolare avranno una importanza strategica monumentale.
Ponte sullo Stretto di Bering
Costruire un sistema di ponti e tunnel attraverso lo Stretto di Bering può accelerare esponenzialmente gli scambi commerciali tra Nord America e Asia. Difficoltà nella costruzione del percorso saranno compensate da enormi benefici. Larghezza stretto di bering? 83 chilometri.
Il tracciato agli studi che in questo momento pare il più probabile per il canale di bering è quello che connette la Penisola di Chukotka in Russia e quella di Seward in Alaska: esattamente a metà strada, come un punto d’appoggio, le isole Diomede.
L’idea di fondo della costruzione di questo collegamento stretto tra siberia e alaska (40km in tutto, ma cruciali) risale addirittura al 1890, quando William Gilpin, primo governatore del Colorado, lo propose. In quel caso era parte di un progetto più ampio, una sorta di “ferrovia globale” che avrebbe connesso tutte le città mondiali. Una tappa, la più importante, sarebbe passata proprio a ridosso dello stretto di bering ghiacciato. Siberia to Alaska, per intenderci.
Due anni dopo Joseph Strauss, che aveva già all’attivo oltre 400 progetti di ponti (e il ruolo di capo progetto del Golden Gate a San Francisco) avanzò la sua proposta al governo dell’Impero sovietico, ma fu respinta. Il timore era legato soprattutto agli aspetti economici: collegare tutte le piccole isole tra alaska e siberia sarebbe stato come attraversare lo stretto di bering asfaltandolo in larghezza e in lunghezza con una betoniera. Impossibile. Poi il tracciato mutò.
Quando nel 1905 lo Zar Russo Nicola II approvò finalmente il progetto, la rivoluzione russa e la Prima guerra mondiale rimisero nuovamente tutto nel cassetto.
Negli ultimi anni sono sorte altre proposte, compresa una avveniristica e ambiziosa linea di treni veloci dalla Manciuria agli Stati Uniti (quasi 10.000 chilometri!) che includerebbe una parte subacquea proprio sotto lo Stretto di Bering.
Ostacoli
Il lato Russo dello Stretto manca di infrastrutture in modo imbarazzante. Il distretto della Siberia è un vero e proprio deserto ghiacciato: per ben 3000 chilometri non ci sono ferrovie, e la prima strada (non asfaltata) dista 1900 chilometri. Tuttavia, nel 2008 Vladimir Putin ha approvato un piano per la costruzione di una ferrovia che arrivi allo Stretto entro il 2030.
Sul versante americano, anche l’Alaska è un grande stato con poche strade: ne servono circa 1200 chilometri. La città di rilievo più vicina è Nome, con soli 3500 abitanti, a 160 chilometri dallo Stretto. Non ci sono mezzi di comunicazione tra Nome e le altre città.
I costi: la più corposa voce che rallenta il “tunnel Bering”, uno dei più interessanti ponti del futuro, è questa. Per ultimarlo, viste le difficoltà, serviranno dai 60 ai 90 miliardi di euro.
Ponte del Darién
Nel 1937 Nord America e Sud America siglarono la Convenzione per l’autostrada Panamericana, un accordo per costruire un collegamento tra le città dei paesi membri. Per i vent’anni successivi fu costruito, ma non ultimato, un elaborato sistema stradale. Il pezzo mancante è una sottile striscia di circa 80 chilometri che collega Panama alla Colombia. Quella zona è conosciuta come il “buco” del Darién.
L’intera autostrada ora è costituita da 30.500 chilometri di strade che vanno dall’Alaska all’Argentina: un’opera mastodontica che non è completa per quell’unico pezzetto mancante, zeppo di montagne e strapiombi.
Ostacoli
La fauna: il vuoto di Dariém è piuttosto impraticabile: giungle fitte, montagne impenetrabili e fauna letale (serpenti, puma, coccodrilli, caimani e ragni).
Droga: Molti governanti sono contrari ad aprire un nuovo canale perchè temono di offrire un facile passaggio tra le due Americhe ai trafficanti di droga.
Ponte Giappone-Corea
Il ponte subacqueo tra Giappone e Corea è un progetto aperto da tempo per un collegamento di circa 200 chilometri che passi sopra e sotto lo stretto coreano adoperando come punti intermedi di appoggio le isole di Iki e Tsushima.
Anche in questo caso la proposta è di lungo corso: risale addirittura al 1917, e ha attraversato fasi nelle quali la partenza era data per imminente ad altre di totale abbandono.
Ostacoli
Costi: Ognuno di questi ponti del futuro, come avrete capito, costa molto perchè ha dei problemi da affrontare: in questo caso il problema è la tipologia di lavorazione che va sviluppata. Per realizzare un tratto di ponte e tunnel che rispetti le specifiche condizioni geologiche di quell’area, la stima dei costi supera i 90 miliardi di euro, una cifra che scoraggia al momento entrambi i paesi.
Ponte di Gibilterra
L’immagine potrebbe trarvi in inganno: a dispetto dell’esigua distanza tra le due parti, la costruzione di un ponte sullo Stretto di Gibilterra richiede capacità ingegneristiche estremamente sofisticate. Larghezza stretto di Gibilterra? Esattamente 13 chilometri.
Lo Stretto di Gibilterra separa l’Europa dall’Africa. Una distanza di soli 14 chilometri e mezzo. Eppure questo piccolo tratto di mare (oceano?) presenta sfide molto dure in termini di costruzione, design e fisica dei materiali. Il ponte stretto di gibilterra punta a superarle.
Nel 1979 i governi di Spagna e Marocco istituirono un comitato per investigare la possibilità di collegare i due continenti. Negli anni un certo numero di progetti sono stati proposti, e i governi dei due paesi sono molto interessati, ma fino ad ora nessun piano concreto è stato varato.
Il progetto finale sarebbe di 40 chilometri (comprendendo due parti sulla terraferma e il collegamento subacqueo) a 300 metri sotto terra, e impiegherebbe 15 anni per il completamento ad un costo tra i 10 e i 25 miliardi di euro.