Erano passate solo pochissime ore dal terribile incidente dello scorso giugno che ha devastato la cattedrale di Notre-Dame a Parigi.
Sullo sfondo di macerie ancora fumanti, il Presidente Francese Emanuel Macron lanciò un appello ai migliori talenti mondiali per fornire idee sulla ricostruzione.
Appena qualche giorno dopo l’architetto e designer giapponese Shigeru Ban presentò la sua proposta di una struttura temporanea di fronte alla cattedrale per accogliere turisti, fedeli ed eventi religiosi.
Nelle intenzioni dell’archistar (per capirci, anche se odio il termine) la “cattedrale di carta” avrebbe dovuto essere di rapida costruzione, usare elementi riciclati (un po’ come nella prossima foresta verticale in costruzione a Zagabria) e colonne di cartone ed essere altrettanto facilmente smontabile.
La proposta di Shigeru Ban comprende uno spazio circoscritto da due lunghe file di blocchi sistemati per creare un’area di passeggio. È un po’ come se una proto-cattedrale davanti a quella vera avesse una larga navata aperta che permette una ampia ventilazione.
Sui container sistemati in due linee e adibiti a negozi, piccoli confessionali o uffici, un altro piano (di blocchi un po’ più bassi) fungerebbe da magazzino e da contrappeso per stabilizzare la struttura.
Ultima ma non ultima (per la verità sarebbe l’elemento più caratteristico e suggestivo) una piattaforma di osservazione in fondo alla struttura, così da avere sempre davanti lo stato dei lavori di ristrutturazione della cattedrale di Notre-Dame.
“La decisione finale non è stata ancora approvata formalmente,” ha fatto sapere a più riprese il Ministro della Cultura Francese Franck Riester. “Stiamo ragionando su quale possa essere la migliore declinazione di un progetto simile. Considero personalmente una buona idea quella di realizzare una cattedrale temporanea o una costruzione leggera per dare a turisti e cittadini un posto per pregare”.