Un esperto si auspica una iniziativa strategica per sviluppare “corridoi sepolcrali verdi” lungo le maggiori arterie dei trasporti inglesi.
Mettiamola breve: cimiteri e tombe nel Regno Unito stanno per saturarsi. Con oltre 500.000 morti all’anno tra Inghilterra e Scozia le stime dicono che tra 5 anni non ci sarà più spazio per le sepolture.
In un articolo scientifico sulla rivista della Royal Society of Medicine, il professor John Ashton si sofferma su molti aspetti. Anzitutto sul recente progetto di piantare 130.000 alberi in aree urbane per contribuire a ridurre inquinamento e riscaldamento globale. Pur mancando di ambizione, scrive, ci dà una chiave per trovare il modo di unire il desiderio di un ambiente più pulito alla necessità di gestire le persone che passano a miglior vita.
Ecco un estratto su Science Daily.
L’impatto sull’atmosfera e sulla salute di fluidi e materiali usati nella conservazione e nella sepoltura dei corpi è un tema che genera un interesse sempre maggiore.
Il professor Ashton osserva che il desiderio di trovare forme più naturali, semplici e sostenibili di celebrare e onorare i defunti (ne ho parlato anche qui) può far accettare di buon grado sepolture verdi.
Offrire la possibilità di “far parte” di un lungo viale alberato dopo la vita può contribuire a modificare in positivo tutta la situazione. Più di quanto si fece, scrive il professore, in epoca Vittoriana con il Metropolitan Burial Act del 1852. Un atto che accompagnò la rivoluzione industriale mettendo paletti all’esumazione troppo “facile” dei decenni precedenti.
Nel suo “appello” Ashton conclude: “Un’idea di cosa sarebbe possibile fare con volontà politica e immaginazione c’è. Può essere visto nel recupero e nella riqualificazione dei percorsi urbani. Renderli capaci di ospitare sepolture verdi, pulite e integrate nell’ambiente urbano contribuirà a formare una nuova visione del pianeta e del nostro ruolo al suo interno”.
Come dire che fare jogging al mattino tra viali alberati, e sapere che ciascun albero rappresenta un parente o una persona passata a miglior vita ci farebbe sentire parte di un’armonia universale, ed eviterebbe il collasso dei cimiteri.