La grande Isola di plastica del Pacifico è un enorme accumulo di spazzatura galleggiante, con una grandezza che a seconda delle stime va da un’area come la Spagna ad una come gli USA.
Può comprendere fino a 100 milioni di tonnellate di detriti, ha iniziato a formarsi negli anni ’80 ed è una tra le più estese opere della stupidità umana. Pensateci, un’isola di rifiuti.
Il designer cinese Hongling Li vuole ripulire questa isola di plastica del Pacifico costruendoci in mezzo un grattacielo.
Il suo progetto, dal nome pragmatico di “Filtration”, consiste in una mega struttura che incorpora diversi strumenti di recupero rifiuti e trattamento acque. Questa struttura sarebbe da installare su una ex piattaforma petrolifera che si trova nei pressi di questo continente galleggiante di plastica.
Filtration userebbe la stessa acqua di mare per pompare i rifiuti verso la cima della sua torre, trattenerli per riciclarli e riversare nuovamente nell’oceano l’acqua ripulita.
Idea di rottura
I concetti ambientali alla base di Filtration sembrano usciti da un film distopico, ma hanno fruttato ad Honglin una menzione speciale all’annuale concorso di idee del magazine di architettura eVolo’s 2019.
La curiosità del pubblico è giustificata da due cose. L’ambizione del progetto, che sembra davvero titanico, e la difficoltà di affrontare il problema della grande Isola di plastica del Pacifico, problema che allo stato sembra irrisolvibile.
Riduci, riusa, ricicla
E allora qual è il modo migliore di sistemare questa enorme massa di rifiuti? Secondo Holly Bamford, direttore del programma USA di gestione rifiuti e atmosfera, potremmo prima di tutto fermarne la crescita.
“Abbiamo bisogno di chiudere il rubinetto alla sua fonte,” dice la Bamford. “Possiamo riuscirci educando le persone a gestire bene gli oggetti che non usano, soprattutto quelli in plastica. Come società, dobbiamo mettere al primo posto il fatto che va sempre riutilizzato ciò che compriamo”.