Dorme due ore a notte, suona la chitarra con una protesi customizzata e ha un chip impiantato illegalmente. Quando Evgeny Nekrasov fu sfigurato da un incidente all’età di 14 anni, decise di sviluppare tecnologie avanzate per costruire una nuova vita transumanista.
Una vita in poltiglia
Evgeny, che ora ha 21 anni, non ha molta memoria di quando dopo la scuola, giocando con gli amici gli è esplosa sul viso e sulle mani una bombola di gas.
I giorni dopo il risveglio, cieco e senza mani, quelli invece se li ricorda benissimo.
“Le mie mani erano ridotte in una poltiglia. Ancora legato al supporto vitale, ho iniziato a cercare i piedi con lo sguardo ma non ho visto il mio braccio destro. Ero sotto shock: ecco come è iniziata la mia vita in salita”.
Equipaggiare i desideri
Evgeny non è mai stato davvero solo, grazie al supporto della famiglia e al l’ispirazione di chi lo ha assistito nella riabilitazione e di chi ha rappresentato un esempio, come Stephen Hawking.
Un viaggio lungo e difficile, passato attraverso diversi interventi chirurgici in tre città della Russia.
Eppure in viaggi simili non si è mai abbastanza in compagnia. La volontà transumanista di Evgeny ha iniziato a cercare una strada per strutturarsi. È stato in quel momento: il ragazzo che una volta odiava la matematica e litigava con gli insegnanti è diventato improvvisamente ossessionato dalla tecnologia e dal transumanismo.
Passato ad una scuola speciale per ciechi nella sua città, Evgeny ha completato un programma di quattro anni in sei mesi, anche senza poter leggere in Braille (la mano superstite, quella sinistra, ha perso comunque la sensibilità dei polpastrelli).
Vedere un suo professore ipovedente utilizzare un computer con i soli comandi vocali ha rappresentato la vera svolta. “Ho capito che avrei dovuto costruire un hardware per eseguire i miei ordini,” dice.
Non morirò cieco
Evgeny ha imparato a programmare a voce, ore e ore, non per fare soldi ma per rendere il mondo più facile da navigare.
Prima ha realizzato un suo browser per navigare in rete. Poi una versione speciale di smartphone per sfruttare meglio gesti e comandi vocali.
Subito dopo, un progetto più ambizioso: una rete neurale sviluppata con i laboratori della Vladivostok’s Far Eastern Federal University, l’Università che frequenta da studente al secondo anno. Un giorno lo aiuterà a controllare meglio il suo costoso braccio bionico.
E infine il Santo Graal: nuovi occhi che gli facciano vedere ancora. I modelli di occhio bionico in commercio (come il costoso ARGUS-II da 150.000 euro) lavorano decifrando le immagini con una telecamera e inviandole ad un impianto alla retina. Evgeny sta immaginando un dispositivo che risponda direttamente ai fotoni, rimpiazzando senza intermediazioni l’attività di un occhio umano.
“Nel mio futuro non è compresa una vita in cecità,” dice.
Evgeny è diventato famoso in tutta la Russia quando a marzo è diventato uno dei primi ad impiantarsi un microchip sotto pelle (tra il pollice e l’indice) anche se queste procedure chirurgiche sono proibite in Russia.
Anche se si tratta solo di un chip RFID, Evgeny ha ricevuto critiche per il gesto transumanista: ma aldilà delle polemiche non ha paura. Non teme le conseguenze di una prossima integrazione tra gli umani e i computer.
“Mi piace l’idea che l’AI superi rapidamente l’intelligenza umana. E che lo faccia così velocemente che nel giro di qualche generazione smetterà di interessarsi a noi. Per una intelligenza artificiale anche una società transumanista sarà come un popolo di formiche. Faremo vite separate, non si curerà di noi. Non credo che una vera AI abbia interesse a “conquistare il mondo”. Penso avrà progetti più importanti.”