Il facoltoso tycoon Russo Igor Ashurbeyli sta mettendo a disposizione fondi personali, e raccogliendo fonti da altri investitori, per costruire la prima nazione spaziale del mondo.
Asgardia (il nome del progetto riecheggia la mitologia norrena, o più banalmente il fumetto Marvel) progetta di ospitare milioni di abitanti in diverse stazioni orbitanti. Un rifugio per fuggire dal caos nel quale l’umanità si getterà da sola nel tentativo involontario ma folle di autodistruggersi.
Non mi sorprende che gli aspiranti membri di questo paese spaziale (sono attualmente più di un milione) abbiano già realizzato una bandiera ed un inno nazionale: la frustrazione è tanta, date le attuali limitazioni tecnologiche al progetto, e il senso di fretta deve essere forte.
Intervistato dal rotocalco inglese Sun, uno dei “diplomatici” di Asgardia ha dichiarato che l’unico modo per salvare il pianeta è fuggire.
L’umanità riuscirà a estinguersi da sola: chi vuole fuggire a questa follia ha il dovere di provarci
Lena de Winne, Ministro delle Comunicazioni di Asgardia.
Insomma, per essere una nazione fondata solo tre anni fa, Asgardia sembra avere già le idee piuttosto chiare, anche se parecchio cupe.
Il piano
Nei progetti del suo fondatore, il miliardario russo (di origini azere) Igor Ashurbeyli, Asgardia sarà un “arcipelago” di grandi stazioni spaziali orbitanti intorno alla Terra. Una sorta di “arche di Noè” in grado di ospitare nel complesso fino a 15 milioni di persone.
Ogni “nave” (in forma di anello per riprodurre la gravità) ha un costo stimato in circa 150 miliardi di euro, e darà agli abitanti uno stile di vita adeguato ad una avventura davvero pionieristica. Magari non lussuoso come l’hotel spaziale in corso di progettazione, ma più che dignitoso.
Il traguardo è fissato nel 2045: per quella data, Ashurbeyli spera di poter festeggiare la nascita del primo bambino nello spazio.
Mi rendo conto che suoni come un film di fantascienza (non vi sembra che il signor Ashurbeyli somigli un po’ troppo a Papà Barzetti?) ma è un progetto serio, e i fondatori del nuovo stato di Asgardia stanno provando ad ottenere il riconoscimento dalle Nazioni Unite. Ecco, magari questo è abbastanza difficile, fors’anche più difficile che costruire le stazioni orbitanti.
Adunata
Asgardia prova a reclutare tra i suoi cittadini le persone “più creative” della Terra per lasciarsi alle spalle l’incubo di un pianeta minacciato da pandemie, guerre nucleari e catastrofi ambientali.
Per diventare un Asgardiano è sufficiente fare domanda fornendo i propri dati personali e informazioni sull’educazione ricevuta, poi attendere e sperare che la domanda sia accolta. Siate fiduciosi e ottimisti.
Il costo è di circa 110€ per richiesta: tutto sommato un prezzo ragionevole da pagare per salvarsi dall’inevitabile destino cui si condannerà la razza umana, vi pare?
Tra gli Asgardiani ci sono già cittadini provenienti da più di 200 paesi terrestri. Se riconosciuta, sarà la 172° nazione del mondo (o la prima dell’orbita terrestre) per popolazione.
Roadmap per lo spazio
Il concetto di territorio è stato definito con molta chiarezza nel diritto internazionale, e non include ‘territori artificiali’ come satelliti, così come non viene concessa piena indipendenza ad aerei, navi o piattaforme petrolifere.
Frans von der Dunk, professore di legge dello spazio al Nebraska College.
Entro 10 anni dalla fondazione (vale a dire entro il 2026) i leader di Asgardia sperano di raggiungere una popolazione di 150 milioni, e di lanciare entro 20 anni dalla fondazione (2036) la prima “Arca”, grande più o meno come l’attuale Stazione Spaziale Internazionale.
Altre attività svolte in questo lasso temporale sono le prime elezioni di un parlamento Asgardiano (con un premier, Lembit Opik, di orientamento liberal democratico) e il lancio del primo satellite di ricerca, Asgardia-1, avvenuto nel 2017.
Tutto molto bello, ma ci sono ovviamente alcune criticità non irrilevanti sul cammino di questo “popolo dello spazio”.
Molti esperti legali dicono ad esempio che questi piani non hanno alcuna base realistica. ‘Dal punto di vista legale stiamo parlando del nulla’, insistono.
Asgardia, ci tiene a dire, non è “in alcun modo definibile uno Stato nel senso della parola, finanche se accettiamo che un satellite si possa definire un quasi-territorio”.