Un nuovo studio sui topi mostra per l’ennesima volta perchè è importante per gli scienziati includere soggetti sia maschili che femminili nei test.
La metformina, un comune farmaco antidiabete che si ritiene abbia proprietà di riparare il cervello può migliorare i processi cognitivi solo in bimbi e donne adulte.
Il farmaco è chiamato metformina, e dagli anni ’50 è una delle soluzioni più utilizzate per aiutare persone con diabete di tipo 2 ad abbassare i livelli di zucchero nel sangue. Recentemente, tuttavia, diverse prove di laboratorio hanno mostrato la capacità di riparare più velocemente il cervello dopo danni neurologici che possono portare a demenza o a ritardo cognitivo.
Secondo la biologa Cindi Morshead dell’Università di Toronto la metformina stimola la crescita di cellule staminali nel cervello. Se la tesi si rivelerà esatta, la sostanza potrebbe essere un supporto straordinario per ogni sorta di danno o disordine cerebrale.
“Quando pensiamo a riparare il cervello, uno degli approcci più promettenti è quello di ‘risvegliare’ le cellule staminali che sono già al suo interno. Una volta in azione, penseranno loro a rimpiazzare le cellule perdute e a riparare in tutto o in parte il danno”.
I risultati di laboratorio
Il team della Morshead ha ottenuto risultati notevoli negli esperimenti sui topi. In quelli che hanno subito danni cerebrali da infarto i risultati sono stati tanto incoraggianti da estendere i test a topi di diverse fasce d’età.
Quando sono stati inclusi esemplari più giovani e adulti maschi l’effetto si è affievolito, fino a non mostrare alcun miglioramento. L’analisi approfondita ha mostrato l’esistenza di una forte differenza di sessi. Gli esemplari femminili reagivano molto meglio alla metformina.
Dipende dal sesso?
La teoria formulata è che gli effetti neurali del farmaco dipendano dalla presenza di dosi maggiori dell’estradiolo, una forma di estrogeno. A quanto pare l’estradiolo abilita questa attività nel cervello mentre il testosterone la inibisce.
In altri termini, dice la Morshead, questi ormoni “alterano il ‘microambiente’ delle cellule staminali e dunque il loro comportamento”.
I topini neonati di entrambi i sessi ricevono subito un boom di estrogeni, mentre crescendo si differenziano: questo spiega la reattività alla metformina per piccoli e femmine adulte, ma non per maschi.
Lo studio, pubblicato ieri sulla rivista Science Advances, ha avuto un’ampia gestazione. Non più tardi di maggio, la scienziata Rebecca Shansky della Northeastern University aveva sottolineato la necessità di monitorare con attenzione le differenze tra sessi nelle reazioni ai test scientifici.
Donne discriminate anche in laboratorio
In alcuni casi non ci sono abbastanza soggetti femminili tra i volontari delle ricerche: in almeno un caso recente, quello del sonnifero Ambien, questo errore ha portato ad un farmaco con effetti potenzialmente pericolosi sulle donne.
“Questo studio mostra come considerare il sesso dei volontari sia una opportunità nella ricerca,” dice la Morshead. “Se avessimo combinato i due sessi e tratto delle conclusioni, gli effetti benefici della metformina non sarebbero emersi”.
“Gli studi sull’uomo sono complicati su tanti livelli, e considerare separatamente il sesso degli esaminati aggiunge altra difficoltà, ma questo lavoro ne sottolinea l’importanza”.