Oggi alcune auto (poche, per la verità) offrono la possibilità di parcheggiare in modo parallelo al marciapiede premendo un semplice bottone. E costano anche un botto, diciamocelo senza infingimenti.
L’idea del park assist era venuta anche ai genitori dei nostri nonni, e tornando indietro agli anni ’30 del secolo scorso ne ho trovato una prova davvero pittoresca.
Un inventore californiano degli anni ’30, purtroppo non identificato, ha tirato fuori una soluzione di tutto rispetto per parcheggiare ovunque con estrema facilità.
Nemo profeta in patria, si diceva. E in effetti al ruspante inventore non furono risparmiate le solite valutazioni negative e superficiali che si manifestano quando qualcosa è troppo avanti per essere compresa. La voce narrante del filmato, datato 1933, giudica la trovata a posteriori come una pagliacciata, testualmente “inutile come una quinta ruota”. Pensate all’intelligenza del commentatore.
Tornando più indietro, c’è pure una clip del 1927 che mostra una tecnologia simile a Parigi, in Francia. Il design di quel park assist “richiudeva” le ruote anteriori per favorire la manovra. Una soluzione ingegneristica invero disastrosa sul piano della sicurezza, ma a quanto pare l’incolumità del passeggero non era esattamente una delle priorità per il periodo.
Le tecnologie attuali si focalizzano sempre sugli aspetti più sofisticati di un dispositivo. I veicoli autonomi ottengono sempre le prime pagine, ed è in fondo giusto: talvolta però l’unica cosa che vorremmo è parcheggiare in quello spazietto perché abbiamo proprio fretta. L’utilità è o no una caratteristica dell’innovazione? Andiamo avanti per migliorare, non per peggiorare, giusto?
È per questo che ringrazio gli anonimi pionieri di oltre 90 anni fa. Perché a volte le invenzioni più efficaci, quelle che cambiano davvero il mondo non sono quelle più sexy.