Sono passati quasi 20 anni da quando è stato lanciato Google Earth, e la sensazione di tenere l’intero pianeta in una tasca ha cambiato un po’ della nostra percezione del mondo. Eppure, anche se dettagliate, queste immagini del pianeta sono a volte vecchie anche di tre o quattro anni.
C’è in giro qualche società che ha l’obiettivo di fornire immagini del pianeta aggiornate in tempo reale. La prima è Planet , che ha tenuto una conferenza stampa qualche settimana fa per capire cosa può fare la sua tecnologia. Io l’ho capito, e mi sembra qualcosa di molto vicino alla creazione di una sorta di ‘occhio onniscente’ che vede e calcola ogni cosa sul pianeta.
Planet, oltre le immagini
Planet vuole realizzare un’interfaccia attraverso la quale gli utenti possano “interrogare” il pianeta. Una sorta di motore di ricerca, con la differenza che le risposte non vengono cercate in rete, ma sulla superficie terrestre.
Le applicazioni di uno strumento del genere sono praticamente infinite: ad esempio si può valutare quante auto ci siano nei parcheggi di un ipermercato per capire come stanno andando le vendite. Non è una idea peregrina: un recente studio dell’Università di Berkeley ha esaminato le registrazioni dei parcheggi di un’azienda tra il 2011 e il 2017, e queste metriche hanno previsto con precisione il suo andamento in borsa.
Lo studio non si limita a questo. Arriva a mostrare che se qualcuno avesse acquistato scorte di prodotti di quell’azienda quando le auto parcheggiate fossero aumentate e le avesse rivendute quando le auto parcheggiate fossero diminuite, il rendimento sarebbe stato del 5% maggiore di quello garantito da una strategia di trading.
L’osservazione capillare del mondo con un ‘occhio onniscente’ può portare a scoperte e soluzioni inimmaginabili.
Uno stuolo di satelliti
Planet ha 140 satelliti che riproducono l’intera superficie della Terra ogni giorno ad una risoluzione massima di circa 3 metri.
L’azienda sta ora sta abbinando queste immagini ad algoritmi di intelligenza artificiale, che dall’osservazione procede rapidamente al calcolo. Ad esempio può riconoscere e contare tutte le navi in un porto ogni giorno, o censire quotidianamente quante strade, edifici e aerei ci sono in giro. Le immagini finiscono per passare in secondo piano, si ottiene un cruscotto che mostra i dati del pianeta in tempo reale.
A che punto è esattamente il traffico marittimo? Quante strade sono state realizzate nella foresta? A che ritmo si sta riducendo esattamente il verde sul pianeta?
Questo sistema ci dà la possibilità di apprendere cose su come la Terra sta cambiando, tanto velocemente quanto sta cambiando. Non è mai stato fatto prima
Brian Hernacki, team di sviluppo Planet.
L’obiettivo è quello di creare un database indicizzato in tempo reale di tutti gli oggetti importanti sulla Terra. Potremo letteralmente chiedere al pianeta cosa sta succedendo in un dato momento.
Il futuro è un occhio onniscente
Planet non è l’unica società impegnata in questo progetto. La società californiana Orbital Analytics , ad esempio, apre a scenari ancora più avanzati abbinando il rilevamento di oggetti con altri dati, come quelli sulla posizione dei cellulari e quelle di droni ad alta risoluzione .
Uno dei suoi servizi è stimare i livelli di petrolio in deposito nel mondo osservando… le ombre. L’azienda ha addestrato una AI a riconoscere i serbatoi di stoccaggio dell’olio, che hanno una forma caratteristica e un coperchio che galleggia su e giù sull’olio a seconda di quanto è pieno il serbatoio. Quando il team ha chiesto all’intelligenza artificiale di cercarli, ha trovato sul pianeta circa 25.000 di questi barili.
A questo punto l’AI ha osservato l’ombra proiettata dall’intero serbatoio per calcolare la sua dimensione totale e l’ombra relativa al coperchio per capire quanto fosse pieno il serbatoio. In combinazione con le informazioni sulla posizione del sole e il satellite al momento della foto, la società ha calcolato la quantità di petrolio immagazzinata in ciascuno tra i serbatoi presenti sul pianeta. Informazioni preziose per i commercianti di petrolio, soprattutto nei momenti di volatilità del mercato.
Ciao Terra, come stai?
Le immagini aggiornate possono giovare anche alle ricerche scientifiche. Planet ha fornito quelle che hanno permesso ai ricercatori di utilizzare l’AI per realizzare l’Atlante mondiale delle barriere coralline.
Non è un atlante che si sfoglia una volta ogni tanto: i cambiamenti delle barriere coralline vengono registrati e mostrati in tempo reale. Ogni attività illegale, dalla pesca alla raccolta abusiva dei coralli fino a minacce relative all’inquinamento potrebbero permetterci soluzioni innovative o risposte immediate.
Un sistema del genere può essere fondamentale anche in situazioni come quelle recenti in Amazzonia, monitorando il tasso di un incendio, le esatte aree interessate e il disboscamento. Può individuare eventuali villaggi in pericolo, e mostrare i punti migliori per arginare le fiamme o per procedere al rimboschimento.
I pericoli
Questo mare incredibile di informazioni può ovviamente essere usato anche in modo sbagliato o ostile. Se adoperate in campo militare, permettono di individuare molto più facilmente insediamenti nemici (o di rifugiati da reprimere). Comunità di persone perseguitate sarebbero perseguitate in modo ancora più preciso, chirurgico, spietato.
Per quanto le immagini abbiano una risoluzione a tre metri e tecnicamente non permettano ancora di vedere con chiarezza un volto o la targa di un’auto, è chiaro che le preoccupazioni e i dubbi per la privacy sono enormi. Triangolando le immagini satellitari con altri dati come quelli dei cellulari, la possibilità che questo ‘occhio onniscente’ possa identificare chiunque in tempo reale e ovunque sul pianeta è più che un’ipotesi, e inquieta non poco.
La risposta delle aziende ricorda quella agli albori dei motori di ricerca e dei social network. Posso sintetizzarla con “non vogliamo abusare di questi dati, vogliamo solo renderli più accessibili a tutti ed in modo democratico”.