Il villaggio globale è sempre più sensibile al problema dell’inquinamento dovuto alle nostre scelte di mobilità e ci sta guidando verso un futuro di trasporti elettrici.
Sarebbe un “ritorno al Futuro,” a dirla tutta. In tanti sappiamo che il primo veicolo elettrico è stato sviluppato poco dopo il 1830, ma solo adesso riusciamo ad avere un raggio di azione e tempi di ricarica adatti a sbaragliare (e presto scalzare) la concorrenza dei veicoli a petrolio. Le migliori auto elettriche odierne sono lì lì, ancora a giocarsela sbuffando, con un’autonomia di oltre 400 chilometri e poche ore (ore!) di ricarica notturna. E se vi dicessi “batterie alluminio-aria”?
Ora le auto elettriche potrebbero fare il colpaccio e sconfiggere il nemico inquinante, dopo più di un decennio a resistere, grazie al lavoro di un inventore inglese: le batterie metallo aria.
Trevor Jackson, ingegnere navale diventato imprenditore da poco, ha sviluppato una batteria “scambiabile” come una bombola di gas, che va sostituita ogni 2500 km (più o meno 3 volte l’anno, forse meno, per un uso cittadino).
Jackson ha investito diversi milioni di euro per iniziare a produrre questa batteria su larga scala, e la Austin Electric, azienda che ha rilevato il marchio della vecchia Austin Motor Company inizierà il prossimo anno ad integrarle su migliaia di veicoli elettrici.
“Può aiutare ad accelerare la prossima rivoluzione industriale,” dice Danny Corcoran, il CEO Austin. “I vantaggi delle batterie ad aria sulle tradizionali batterie elettriche sono enormi”.
Niente più ricariche, niente inquinamento
Jackson iniziò a cercare alternative ecologiche per alimentare i veicoli durante il suo lavoro alla BAE Systems. Nel 2001 fondò la sua società, la Métalectrique Technology. Lo stesso anno iniziò ad esplorare le potenzialità delle batterie alluminio-aria per alimentare automobili.
Le batterie alluminio-aria
Si tratta di una tecnologia sviluppata negli anni ’60: i ricercatori scoprirono che immergendo dell’alluminio in un elettrolita stimolavano una reazione tra il metallo e l’ossigeno che produceva elettricità. Per l’epoca il metodo non era sostenibile, perché richiedeva alluminio puro al 100% e l’ elettrolita usato era estremamente tossico e caustico. Erano, in altre parole, batterie del futuro.
Dopo anni di tentativi ed esperimenti è arrivata la svolta: una nuova formula di elettrolita in grado di operare anche con alluminio meno pregiato (per intenderci, anche con lattine di bibite), e in più né caustico né inquinante.
Quando dico “né caustico né inquinante” intendo dire che per dimostrare la cosa a degli investitori Jackson lo ha bevuto davanti a tutti.
Le resistenze del mercato
Oggi l’industria automotive che punta all’auto elettrica ha investito pesantemente nella tecnologia delle batterie a ioni di Litio. Si, ci sono miglioramenti nell’efficienza e nei tempi di ricarica, ma riciclare per recuperare litio e cobalto è molto costoso (smaltirle una costa come produrne 5).
Tecnicamente quella di Jackson non è una batteria ad aria ma una cella a combustibile, perché l’alluminio viene scomposto per rilasciare energia. L’alluminio è il metallo più abbondante del pianeta, però, e una volta esaurita una cella a combustibile aria-alluminio, può essere riciclata molto economicamente.
2500 chilometri di autonomia
I test già effettuati dicono che a parità di peso le celle a combustibile di Jackson producono 9 volte l’energia delle batterie a ioni di Litio. Se l’ammiraglia della Tesla, la Tesla S, avesse una delle sue batterie aria alluminio potrebbe viaggiare indisturbata per 2500 chilometri: praticamente da Roma a Kiev senza mai fermarsi. Un rapido cambio di batteria (solo 90 secondi) e via di filato fino in Siria.
O più semplicemente si potrebbe usarla tutti i giorni senza preoccuparsi di caricarla e scambiarla ogni 3 o 4 mesi, portando quella vecchia indietro al supermercato, come fosse un “vuoto a rendere”.
I costi? Inferiori a quelli del petrolio!
E qui viene il bello. Il lato economico è tutto à favore delle auto ad alluminio-aria: le batterie cambiano i costi di carburante, gestione e riciclo. Per le rispettive auto è di 4,8€ per km percorso contro 9€.
Un futuro tutto verde
La Austin a trazione Jackson ha pianificato molti interventi nel settore dei trasporti. Dalle auto alle bici elettriche, passando per i classici Tuk Tuk destinati al mercato indiano.
La notizia più bella è che l’azienda sta per lanciare kit di conversione per trasformare le normali auto in ibride con batteria aria e serbatoio normale.