La moneta contante è ancora la prima scelta in Giappone: l’età media della popolazione, costantemente in aumento, mostra una importante parte del paese molto restia ad accettare cambiamenti di sorta.
Il primo ministro Shinzo Abe è impegnato da mesi nel tentativo di far passare il paese ai pagamenti cashless ed eliminare il contante il più possibile. Attualmente il Giappone è il paese tra quelli tecnologicamente avanzati che fa più uso del contante.
Lo sforzo sta in effetti producendo un certo successo, ma non nelle dimensioni sperate. Un numero crescente di anziani e pensionati resiste stoicamente al cambiamento e abbassando la media del paese tiene il Giappone al palo nell’uso della moneta elettronica.
I dati mostrano una situazione impietosa: in Corea del Sud le transazioni elettroniche sono ormai il 96% del totale, e nella pur riluttante Cina arrivano già al 66%.
I piani del governo giapponese
Tokio punta a raddoppiare l’uso della moneta elettronica (oggi appena al 20%) entro il 2025, e portarlo all’80% entro il 2040 per stimolare la circolazione del denaro e la produttività.
Il passaggio alle transazioni digitali aiuterà il Giappone a far fronte a una serie di piccoli-grandi problemi: i negozi potranno automatizzare le stime di vendita, le banche potranno ridurre la rete tentacolare e costosa di bancomat sistemati davvero ovunque e “i cittadini avranno strumenti di pagamento più immediati e sicurezza da rapine e furti,” cito da uno dei recenti discorsi del primo ministro.
Gli incentivi e i “trucchi”
C’è da dire che Abe le sta tentando tutte, con le buone e con le cattive. L’ultima iniziativa, nata il 1° ottobre, ha il sapore del gioco sporco: un aumento delle imposte sulle vendite. Brutta tegola per tutti, ma il governo ha prontamente “scontato” questi aumenti a chi pagherà con la moneta elettronica. I cittadini “virtuosi” vedranno rimborsate le maggiori spese con una serie di punti spendibili in supermarket e negozi del paese. Gentili, nevvero?
Sul versante privato, l’obiettivo di eliminare il contante è digitalizzare i pagamenti in Giappone è perseguito dalle grandi aziende del settore con aggressive campagne di comunicazione.
SoftBank Group Corp, Yahoo Japan Corp e la società di e-commerce Mercari sono in prima linea nella lotta al contante.
Alcuni hanno riscontrato un successo iniziale. PayPay, ad esempio, un’app di pagamento basata sul codice QR, di proprietà congiunta di SoftBank e Yahoo Japan, ha visto le iscrizioni passare in 3 mesi da 5 a 15 milioni, anche in virtù delle iniziative del governo.
Perché il Giappone resiste?
Le famiglie giapponesi detengono oltre la metà del loro patrimonio in contanti e depositi. Una percentuale che aumenta con gli anziani, alcuni dei quali restano fedeli ai contanti come mezzo per prevenire spese inutili.
Principalmente si sentono a disagio all’idea di perdere il cellulare, e non gli è chiaro quanto spendono: per questo la prima scelta resta il portafoglio.
Altri motivi di riluttanza
Basso tasso di criminalità, tassi di interesse ultra bassi e una rete nazionale di sportelli automatici hanno da tempo reso attraente la liquidità in Giappone, offrendo alla gente pochi incentivi per passare a pagamenti senza contanti.
La tendenza potrebbe cambiare gradualmente man mano che le banche commerciali razionalizzano la propria rete di bancomat, riducendo l’accesso dei consumatori ai contanti.
A Yakaja Ginza,uno dei più vivaci quartieri dello shopping nel centro di Tokio, molti piccoli negozi devono ancora accettare transazioni senza contanti.
Piccoli esempi di resistenza
Il gentile Mitsuo Kotake, 70 anni, proprietario di un piccolo negozio di fiori, ha dichiarato di aver iniziato a offrire PayPay tre mesi fa ed è finito anche in tv per raccontarlo. Purtroppo inserire codici pin e configurare app è semplicemente troppo complesso per i suoi clienti, in maggioranza anziani che vengono a comprare fiori per le tombe dei loro cari, ha aggiunto.
“È facile da usare per i giovani, ma gli anziani non ne hanno familiarità”, ha affermato. “Io stesso non uso questi strumenti. Il denaro è il più veloce. “
Insomma, avanzati quanto volete, tecnologia ovunque, ma quando si tratta di eliminare il contante i Giapponesi mostrano una natura parecchio conservatrice.