Si chiude il cerchio perfetto: Tim Berners Lee, l’uomo che ha creato il World Wide Web, ha lanciato un piano d’azione per salvare la sua invenzione.
Tim Berners-Lee afferma che i peggiori aspetti che oggi caratterizzano internet minacciano di provocare una distopia digitale (dei pericoli di uno “Splinternet” vi ho abbondantemente parlato). Per salvare internet ha perciò deciso di lanciare un “Contratto per il Web”.
Creato da oltre 80 organizzazioni che rappresentano governi, aziende e società civile, il “contratto” (che a tutti gli effetti è piuttosto un mix tra un vademecum e una road map) richiede impegni per mantenere il Web aperto, sicuro e gratuito.
I big pronti a sostenere il piano globale per salvare internet: basterà?
Facebook, Google, Reddit, GitHub e Microsoft sono alcuni dei grandi nomi che sostengono il piano, ma verranno rimossi dall’elenco degli endorser se non dimostrano che stanno implementando i principi enunciati.
I punti del “Contratto per il Web”
Il contratto è suddiviso in nove principi centrali, a loro volta suddivisi in tre punti per governi, aziende e cittadini.
I governi sono chiamati a garantire che tutti possano connettersi a Internet, mantenere costantemente disponibile tutta la rete e rispettare e proteggere la privacy e i diritti dei dati online delle persone.
Le aziende devono rendere Internet raggiungibile e accessibile, rispettare e proteggere la privacy e i dati personali degli utenti e dei dipendenti e sviluppare tecnologie che “valorizzino il meglio dell’umanità e reprimano il peggio”.
I principi dei cittadini: si chiede alle persone di creare contenuti che rendano il Web un luogo prezioso, e comunità online forti. Infine, l’appello a lottare per mantenere il Web un luogo aperto.
“Il potere del web di trasformare la vita delle persone, arricchire la società e ridurre le disuguaglianze è una delle opportunità che definiscono il nostro tempo”, ha affermato Tim Berners-Lee.
“Ma se non agiamo ora, e agiamo insieme, per salvare internet ed evitare che venga abusato da coloro che vogliono sfruttare, dividere e indebolire, siamo a rischio di sperperare quel potenziale.”
Il Contratto per il Web ci fornisce una tabella di marcia per costruire un Web migliore. E non si tratta di combattere “l’odio online”, né di schedare gli utenti. È qualcosa di più profondo, che nasce da molto lontano e coinvolge la nostra natura di esseri umani.