Il rebus di come alcune persone vivano in modo sano per 100 anni o più potrebbe essere stato finalmente risolto dagli scienziati.
I test hanno dimostrato che il sangue degli ultracentenari ha dosi di cellule immunitarie insolitamente alte. Queste costituiscono difese costanti contro virus, batteri e tumori. Da questa osservazione è nata tutta una piccola serie di nuove scoperte mediche.
La maggior parte delle persone ha nel sangue un tipo di cellula noto come cellula T CD4. Questa funziona come una “sentinella” che cerca infezioni e poi “chiama alle armi” le cellule immunitarie che spazzano via la malattia.
Alla ricerca del segreto della longevità.
Uno studio su 7 supercentenari (110 anni o più) ha mostrato che un gran numero delle loro cellule T CD4 si armano contro i patogeni, dando un enorme impulso al sistema immunitario.
I ricercatori hanno scoperto che i più longevi hanno un numero molto più alto di questi tipi di cellule, circa il 25% rispetto a meno del 10% per la persona media.
Kosuke Hashimoto, del Riken Center for Integrative Medical Science (IMS), in Giappone, dice: “Ci siamo interessati particolarmente allo studio di questo gruppo di persone, perché le consideriamo un buon modello di invecchiamento in buona salute. Questo è importante in società come il Giappone, dove l’invecchiamento procede rapidamente. Se riusciamo a trovare il legame tra il sistema immunitario e l’invecchiamento e la longevità, saremo in grado di contribuire a prolungare le aspettative di vita in buona salute.”
Una super difesa.
In altri termini, il nuovo studio suggerisce che un sistema immunitario superprotettivo potrebbe essere la vera ragione alla base di una straordinaria longevità.
La capacità dei supercentenari di combattere meglio le infezioni e il cancro ha portato i ricercatori a chiedersi se il loro sistema immunitario fosse fondamentalmente diverso.
Il team giapponese ha esaminato oltre 40.000 cellule immunitarie circolanti in un gruppo di super longevi, e le ha confrontate con quelle di soggetto più giovani di età (tra i 50 e gli 80 anni).
I ricercatori hanno scoperto che i supercentenari avevano un livello molto elevato di cellule citotossiche a volte pari all’80% di tutte le cellule T (un tipo importante di cellula immunitaria) rispetto al 10-20% negli altri soggetti.
Il team ha esaminato in dettaglio le cellule del sangue di 2 supercentenari. Lo scopo era vedere come venivano prodotte queste cellule speciali. La scoperta? La maggior parte era stata clonata da una singola cellula antenata.
Il vicedirettore dell’IMS, Centro per le scienze mediche Integrative Piero Carninci, ha dichiarato: “Riteniamo che questo tipo di cellule, relativamente rare nella maggior parte degli individui anche giovani, siano utili per combattere i tumori. Potrebbero essere importanti per l’immunosorveglianza. Questo ci ha dato nuove intuizioni. Ad esempio su come le persone più longeve siano in grado di proteggersi da condizioni come infezioni e cancro”.
Il prossimo passo
I ricercatori ora vogliono scoprire come i supercentenari acquisiscano le cellule specializzate. Soprattutto, se si possa riprodurre il processo per migliorare la salute e prolungare la vita di tutti. Magari con soluzioni ipertecnologiche come i nanobot che “movimentino” queste cellule nel sangue.