Le persone con celiachia hanno due opzioni nella vita, nessuna delle quali è propriamente ideale. Poiché il loro sistema immunitario non può tollerare il glutine, possono scegliere di non mangiare mai i tanti deliziosi alimenti che lo contengono. Noioso.
Oppure possono divorare tutta la torta, il pane e la birra che vogliono – ma rassegnarsi ai sintomi della celiachia: dolori addominali, diarrea e altri effetti collaterali cattivi, perchè il loro sistema immunitario scatena una risposta infiammatoria nel loro intestino tenue.
Inutile dire che le persone tendono a scegliere (saggiamente) la prima opzione anche in virtù della crescita verticale del mercato gluten-free, con ottimi prodotti che talvolta non fanno rimpiangere quelli con il glutine.
Una nuova tecnologia potrebbe però consentire loro di mangiare esattamente ciò che mangiano tutti i non celiaci.
I ricercatori della Northwestern University hanno sviluppato il 22 ottobre una tecnologia della quale vi avevo parlato qui.
Martedì la tecnologia, insieme a maggiori dettagli sui risultati strepitosi degli studi, è stata presentata alla Conferenza della Settimana europea della gastroenterologia, e funziona come una sorta di vaccino usando come veicolo una nanoparticella biodegradabile che “trasporta” un po’ di glutine.
Iniettata nel flusso sanguigno di una persona, la nanoparticella viene scambiata per un semplice detrito, e rimossa dalle cellule macrofaghe.
dal sistema immunitario come detriti un po ‘innocui, quindi consente a un macrofago – un tipo di cellula incaricata di rimuovere tali detriti dal corpo – per divorare la particella, il glutine nascosto e tutto il resto.
È come se la particella dicesse al sistema immunitario “niente paura: il glutine è un semplice detrito”, dice il ricercatore Stephen Miller in un comunicato stampa. “Il sistema immunitario quindi interrompe il suo attacco all’allergene, i sintomi della celiachia non si presentano e l’organismo resta in condizioni di normalità.”
I test
I ricercatori hanno testato le nanoparticelle in uno studio clinico di fase 2 su persone con celiachia.
Ad alcuni partecipanti sono stati somministrati due trattamenti endovenosi, uno con nanoparticelle e l’altro con nulla per servire da gruppo di controllo. Una settimana dopo entrambi i gruppi sono stati nutriti con glutine per i 14 giorni successivi, e il gruppo trattato con nanoparticelle ha avuto un’infiammazione immunitaria del 90% inferiore rispetto ai partecipanti al gruppo di controllo.