Per secoli gli agricoltori hanno sfruttato la generosità della Terra con buoi e aratri. Alla fine, l’energia alimentata “ad erba” ha lasciato il posto ai cavalli da lavoro in acciaio alimentati da carbone e petrolio, in una nuova era di efficienza agricola.
Ora, i raggi di luce di una nuova alba agricola stanno illuminando l’orizzonte bucolico: un orto robot. Che dico, una fattoria robotica totalmente autonoma curata da macchine agli ordini di una intelligenza agronoma artificiale.
Il simbolo della rivoluzione prossima ventura, l’agricoltura autonoma, è un robot della Iron Ox chiamato Angus. Il lavoro di Angus nella “fattoria” robotica (che attualmente è un magazzino di test nella Silicon Valley) consiste nel trasportare vassoi da 450 chili di verdure a foglia verde che crescono in un bagno idroponico perfettamente bilanciato.
Angus va in giro attraverso il magazzino di Iron Ox sollevando i vassoi con le sue prestanti braccia robotiche che possono piantare colture, aggiungere sostanze nutritive, trapiantare, raccogliere e infine confezionare i frutti della natura.
Angus non è solo un semplice agricoltore robot, Angus è l’appendice di un intero sistema di sensori e software controllati dal “Cervello”.
“Il Cervello” è un computer, anzi una intelligenza centrale che monitora e coordina l’intera operazione, dalle azioni di Angus ai livelli di nutrimento nei vassoi.
Tutto fa parte del piano di Iron Ox: quello di costruire una fattoria robotica iper-efficiente per ogni centro urbano e ovunque si concentri il consumo di cibo.
Individuando le aziende agricole autonome più vicine al consumo, si riducono già i costi di carburante e di manodopera necessari per spostare le piante dal punto A al punto B.
Ma Iron Ox sta settando nuovi standard anche sul piano della produttività. La sua fattoria robotica è circa cinque volte più produttiva di una fattoria tradizionale.
Iron Ox monitora ogni singolo aspetto del ciclo di crescita nella fattoria robotica.
Alle piante viene data la giusta quantità di spazio, sole (il magazzino permette alla luce naturale di entrare) e sostanze nutritive per crescere. I computer possono funzionare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e dunque gli impianti vengono costantemente monitorati e le condizioni vengono adattate per ottimizzare la crescita.
Con l’aiuto di algoritmi di apprendimento automatico, ogni coltura aggiuntiva migliora la capacità del “Cervello” di far crescere la coltura successiva.
E il “terminale” Angus? A fine giornata si ritira esausto nella sua capanna e…no, scherzo. Angus non ha bisogno di mangiare, dormire o raccogliere qualche patata per farsi un minestrone.
Iron Ox non è l’unica impresa che porta l’agricoltura autonoma e la fattoria robotica in città. Ci sono già dozzine di startup che sviluppano la loro visione di agricoltura urbana. Si prevede che l’agricoltura indoor sarà un’industria da 40 miliardi di dollari entro un decennio.
Vi ho già parlato della fattoria robotica verticale che a Singapore “irrora” pareti piene di piante con luci a LED.
Ci sono poi fattorie acquaponiche che allevano pesci e coltivano verdure in un sistema circolare: i pesci mangiano e concimano le piante, e le piante filtrano l’acqua per i pesci.
Si fa tanto parlare delle autostrade, ma saranno i campi agricoli i primi ad ospitare le scorribande diffuse di veicoli autonomi avanzati.
Avremo ovunque “raccoglitori robot“, fioriere, irroratrici e mietitrici autonome che tracciano percorsi e interventi giornalieri basati sui dati raccolti da droni autonomi che sorvolano campi e da altri sensori in tempo reale.