Come vi ho ampiamente detto in passato, i robot armati stanno diventando alfieri delle (spero evitabili) guerre future. La domanda è per quanto tempo lasceranno decidere agli umani cosa fare.
Una società estone ha collaborato con una società di Singapore per sviluppare veicoli robotici da combattimento, in particolare un carro armato robot.
Sempre più aziende stanno sviluppando UGV, “unmanned ground vehicle”. Banalmente: veicoli terrestri armati senza pilota. In gioco ci sono imprese private e programmi ufficiali dei governi, ma non è chiaro quanto velocemente gli eserciti potranno effettivamente schierare un numero significativo di robot di terra simili a un carro armato.
Negli scorsi mesi è arrivata la notizia che la società estone Milrem Robotics e la ST Engineering di Singapore hanno testato un nuovo UGV durante un’esercitazione tenutasi a Tapa, in Estonia.
Secondo il sito Estonian World, il nuovo UGV è armato con un lanciagranate automatico da 40 millimetri e una mitragliatrice pesante da 12,7 millimetri.
“Il nostro UGV corazzato da combattimento è uno dei primi al mondo particolarmente adatto per gli scenari di guerra urbana”, dice Jüri Pajuste, direttore di Milrem Robotics.
Carro armato robot: le caratteristiche
Il sistema di guerra congiunto è costituito dal veicolo terrestre senza pilota THeMIS e dalla stazione remota DM ADDER. Il veicolo può superare pendenze fino al 60%, e superare fossati acquatici profondi 60 centimetri. La sua velocità massima è di 20 chilometri all’ora, ed è alimentato da un motore diesel-elettrico che, a seconda della missione, può offrire 15 ore di funzionamento costante senza rifornimento di carburante.
L’UGV da combattimento è configurato per il controllo wireless da una distanza da 1 a 2,5 chilometri. La differenza è nel contesto urbano o rurale (dunque spazi più chiusi o aperti, dove le trasmissioni sono più agevoli).
Combattere come in un videogame
L’operatore può comandare il sistema a distanza da una postazione “ergonomica” mobile o fissa, abbinata a un’interfaccia utente grafica per un flusso di lavoro intuitivo e migliore esecuzione. Il sistema riduce significativamente il carico di lavoro cognitivo sull’operatore e migliora le prestazioni di combattimento. Praticamente un arcade.
La flotta aumenta
L’UGV della Milrem si unisce al crescente campo dei carri armati robot. La società britannica QinetiQ ha schierato nell’aprile 2019 dei veicoli armati per fornire supporto durante un assalto simulato dei Royal Marines.
Negli USA l’esercito ha iniziato a sviluppare un veicolo blindato robotico in grado di sostituire alcuni dei vecchi veicoli da combattimento. I primi test hanno avuto luogo già nel 2017: un veicolo M-113 armato e robotizzato ha fornito fuoco di copertura per i soldati durante un’esercitazione nel Michigan.
E la Russia? La fretta è cattiva consigliera
La Russia più della maggior parte dei paesi ha fretta di schierare UGV armati, ma pur in posizione di forte vantaggio sulle armi laser, ha su questo fronte le polveri bagnate.
La voglia di bruciare le tappe ha provocato alcuni gravi fallimenti. Nel maggio 2018 l’esercito russo ha dispiegato in Siria un carro armato telecomandato Uran-9: appena un mese dopo, il Cremlino ha ammesso che l’UGV non era pronto per l’uso in prima linea.
“I moderni veicoli terrestri russi senza pilota non sono in grado di eseguire i compiti assegnati nelle classiche operazioni di combattimento”, ha detto il funzionario di ricerca senior Andrei Anisimov in una conferenza presso l’Accademia navale di Kuznetsov a San Pietroburgo.
Sensori incapaci di rilevare nemici, armi spuntate, movimento instabile, ritardo nell’esecuzione dei comandi. Un disastro totale.
Ora il Cremlino sta aggiornando Uran-9 nel tentativo di risolvere alcuni dei problemi dell’UGV. Ma Anisimov ritiene che possano passare fino a 15 anni prima che gli UGV siano pronti per “compiti così complessi” come il combattimento di terra.