Un giorno i malati di cancro potrebbero essere in grado di ottenere un intero ciclo di radioterapia in meno di un secondo invece di sottoporsi al trattamento nel corso di diverse settimane. I ricercatori dell’Università della Pennsylvania hanno fatto i primi passi per renderlo realtà.
In un nuovo rapporto pubblicato oggi sull’International Journal of Radiation Oncology, Biology and Physics, il team della Penn descrive in dettaglio l’uso della radiazione protonica per generare il dosaggio necessario a dare teoricamente ad un malato di cancro l’intero ciclo di radioterapia in un unico trattamento rapido.
È un paradigma sperimentale noto come radioterapia Flash, e potrebbe rappresentare un cambiamento radicale per il mondo dell’oncologia in futuro. In questo studio, i ricercatori hanno anche scoperto che la radioterapia Flash ha sui tumori lo stesso effetto delle tradizionali radiazioni di fotoni. In più risparmia i tessuti sani grazie al tempo di esposizione più breve.
“È la prima volta che qualcuno pubblica risultati che dimostrano la fattibilità dell’uso di protoni e non di elettroni”, ha affermato l’autore senior dello studio James M. Metz.
Metz ha osservato che altri team di ricerca hanno generato dosi simili usando elettroni, che non penetrano abbastanza in profondità nel corpo da essere clinicamente utili come trattamento del cancro per i tumori interni.
Altri gruppi hanno provato l’approccio con fotoni convenzionali, ma i dispositivi di trattamento attualmente disponibili non hanno la capacità di generare il dosaggio necessario.
Questo studio mostra che, con modifiche tecniche, gli acceleratori attualmente disponibili per i protoni possono ottenere dosi Flash con gli effetti biologici attuali.
Radioterapia Flash, le fasi dello sviluppo
La chiave per il team della Penn era la capacità di generare la dose con i protoni. Anche in quell’ambito, i ricercatori dovevano sviluppare appositamente gli strumenti necessari per misurare efficacemente e accuratamente le dosi di radiazioni, perché i rilevatori standard erano rapidamente saturi a causa degli alti livelli di radiazione. È grazie al Roberts Proton Therapy Center, che comprende una sala di ricerca dedicata per eseguire esperimenti come questi, che è stato possibile sperimentare la radioterapia Flash.
“Siamo stati in grado di sviluppare sistemi specializzati nella sala di ricerca per generare dosi Flash. Una attività che semplicemente non potevamo porre in essere con una configurazione di ricerca più tradizionale “, ha detto Metz.
I ricercatori hanno affermato che stanno già iniziando a ottimizzare il modo in cui la radioterapia Flash sarà adoperata. Anzitutto per gli studi clinici, e poi per tradurre l’abilità dalla sala di ricerca in uno spazio clinico.
Il passo definitivo? Progettare il sistema di radioterapia Flash per le strutture ospedaliere.