Il crollo dei costi per entrare in orbita ha stimolato un boom nel settore spaziale, dando il via ad una vera e propria corsa ad applicazioni sempre più efficaci, redditizie ed economiche. Una riservata startup ora prevede di tagliare il costo a soli 250.000 euro per lancio, “gettando” razzi nello spazio anziché lanciarlo con un propellente.
Nell’ultimo decennio, il lavoro pionieristico di Space X ha dimostrato che mettere in orbita le cose potrà non essere così costoso, e che ci sono opportunità commerciali praticabili nel settore dello spazio privato. In combinazione con i progressi della tecnologia satellitare, esiste ora un fiorente mercato di veicoli spaziali piccoli ed economici in orbita terrestre bassa che fanno di tutto, dal telerilevamento alla fornitura di accesso a Internet a banda larga. E ora arriva Spinlaunch.
Andare in orbita costa ancora un milione di euro
I costi calano drasticamente, si diceva, ma l’opzione più economica per raggiungere l’orbita terrestre (un giro sul Falcon 9 di Space X) costa ancora 1 milione di euro. E i lanci avvengono nella migliore delle ipotesi solo due volte al mese. La startup californiana SpinLaunch afferma che la sua tecnologia consentirà fino a cinque lanci al giorno per un prezzo di 250.000 euro. Un quarto del costo, 148 lanci al mese in più.
Spinlaunch ha operato quasi in segretezza fin dalla sua fondazione nel 2014, ma il mese scorso ha fatto dare a Wired USA una sbirciata ai suoi ambiziosi piani. L’idea è quella di costruire una centrifuga delle dimensioni di un campo di calcio che farà girare un razzo finché non raggiunge una chilometri orari per poi lasciarlo nel vuoto. Il meccanismo è lo stesso alla base del lancio del peso, per capirci.
Ad oggi la società ha costruito un prototipo di circa 12 metri di diametro che è riuscito a portare un “proiettile” di 5kg a 6500km orari, ma ora è in procinto di costruirne uno tre volte più grande nello Spaceport America del New Mexico. Spinlaunch spera di poter lanciare veicoli di prova pesanti 50kg in voli suborbitali entro la fine di quest’anno.
Come funziona la centrifuga
La centrifuga, il dispositivo “lanciatore” usato da Spinlaunch, è costituita da un motore elettrico che fa ruotare un lungo braccio in kevlar e fibra di carbonio. Un veicolo di lancio è attaccato a un’estremità con un contrappeso sull’altro lato e viene ruotato in un vuoto parziale per evitare la resistenza dell’aria.
La centrifuga aumenta lentamente la velocità per alcune ore, e quando è alla massima velocità il razzo viene rilasciato e una speciale chiusa si sblocca per il tempo necessario a farlo volare fuori dal tubo di lancio.
Può bastare la velocità a lanciare in orbita un razzo?
Sarò breve: no. Anche se alta, questa velocità non sarà sufficiente per mandare un razzo in orbita, per cui quest’ultimo avrà piccoli motori che si accenderanno a 60.000 metri di altezza. L’aria a questa altitudine è così sottile da richiedere solo un minuto di combustione, riducendo drasticamente il conto del carburante.
SpinLaunch ha già costruito un modello di test da 7,5 metri del veicolo di lancio, che sarà in grado di trasportare un satellite da 90kg.
La società ha raccolto 80 milioni di dollari da alcuni illustri sostenitori, tra cui Airbus e Alphabet. Ha anche ottenuto un contratto dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti nell’ambito di un programma volto a sviluppare la capacità di lanciare satelliti con brevissimo preavviso.
E ora i miei famosi dubbi
Non sorprende, tuttavia, che ci sia un notevole scetticismo. Molti ingegneri hanno sollevato dubbi sul fatto che razzi e satelliti sarebbero in grado di resistere alle incredibili forze g (10.000 volte più forti della gravità) a cui sarebbero stati sottoposti nella centrifuga.
Altri hanno suggerito che al rilascio del razzo il passaggio dal vuoto della centrifuga all’atmosfera molto più densa potrebbe essere come colpire un muro.
Il fondatore e CEO Jonathan Yaney ha detto di aver testato tutti i tipi di componenti nella centrifuga, comprese radio, batterie, moduli GPS e persino un iPhone, e sono tutti sopravvissuti.
Ha ammesso che il veicolo di lancio sarà più simile a un missile che a un razzo e alcuni componenti potrebbero aver bisogno di essere “rinforzati”, ma nel complesso il sistema funziona.
C’è ancora molta strada da fare, però, e nel frattempo ci sono molti altri giocatori che provano a giocarsi questa partita. Il prezzo delle uscite di Space X continua a scendere, RocketLab offre già missioni dedicate per piccoli satelliti. La startup Astra punta anche a lanciare quotidianamente oggetti per “soli” 2,5 milioni e quel prezzo potrebbe ancora scendere. Vi ho detto del Launcher One di Virgin Orbit? E dell’Alfa di Firefly, del razzo Vega C di Ariane Group? E del veicolo di lancio satellitare Small India, che potrebbe debuttare quest’anno?