La diffusione di COVID-19 in tutto il mondo ha superato il punto di non ritorno, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.
Oggi l’OMS ha dichiarato ufficialmente lo scoppio di una malattia causata da un nuovo coronavirus come una pandemia, la seconda avvenuta nel 21° secolo.
Solo due giorni fa il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus metteva in guardia dall’utilizzare la parola pandemia per descrivere l’epidemia, anche se alcuni esperti di sanità pubblica e diverse organizzazioni di stampa sostenevano che avesse chiaramente raggiunto quel punto.
Tedros e altri funzionari dell’OMS dichiaravano che era ancora possibile impedire a COVID-19 di diffondersi senza controllo in tutto il mondo. Citavano diversi paesi come la Corea del Sud e la Cina riusciti a ridurre drasticamente i nuovi casi negli ultimi giorni e settimane.
Dato il peggioramento della situazione e la mancanza di una forte risposta da parte di molti paesi, l’OMS ha cambiato idea.
“L’OMS ha valutato questo focolaio 24 ore su 24 e siamo profondamente preoccupati sia per i livelli allarmanti di diffusione e gravità, sia per i livelli allarmanti di inazione”, ha dichiarato Tedros mercoledì in una conferenza stampa. “Abbiamo quindi valutato che COVID-19 può essere caratterizzato come una pandemia.
Cosa significa?
Dichiarare la Pandemia è forse l’unico modo che l’OMS ha di richiamare l’attenzione dei numerosi paesi che hanno adottato finora misure scarsissime o pressoché nulle. Il livello di monitoraggio e di reazione globale inizierà a salire, sperando di non aver perso settimane preziose.
Sarà possibile adottare, fors’anche imporre a livello sovranazionale soluzioni e coordinamenti generali (ad esempio sulla catena di approvvigionamento e sulla fornitura di sanitari). Insomma, è la certificazione di un fallimento, ma potrebbe essere una buona notizia.
Ad oggi, 11 marzo, ci sono stati più di 120.000 casi documentati di COVID-19 e oltre 4.200 decessi, sparsi in almeno 114 paesi.
E mentre la maggior parte di questi casi è ancora in Cina (80.000), dove lo scoppio è iniziato lo scorso dicembre, nuovi casi e focolai sostenuti altrove sono alle stelle. L’Italia e l’Iran hanno entrambi oltre 10.000 casi segnalati, mentre la Spagna ha riportato il suo primo picco di casi questa settimana. Anche la Turchia, che confina con l’Iran e una mezza dozzina di altri paesi del Medio Oriente con COVID-19, ha riportato oggi il suo primo caso, dopo settimane passate a negare che l’infezione fosse all’interno dei suoi confini.
Sebbene il tasso di mortalità di COVID-19 non sia alto come quello di altre pandemie storiche, come la Morte Nera, potrebbe comunque risultare più mortale della pandemia influenzale del 2009, che potrebbe aver ucciso oltre 250.000 persone in tutto il mondo.
Le stime del suo tasso di mortalità variano dal 3,4% in tutto il mondo allo 0,5% in Corea del Sud, dove la malattia è stata meticolosamente monitorata attraverso uno screening della popolazione su larga scala. Ma anche questa fascia bassa renderebbe COVID-19 parecchie volte più letale dell’influenza stagionale, mentre circa il 20% delle vittime dovrebbe soffrire di gravi malattie respiratorie.
Quel che è certo è che le cose continueranno a peggiorare nel prossimo futuro.
“Nei giorni e nelle settimane a venire, prevediamo che il numero di casi COVID-19, il numero di decessi e il numero di paesi colpiti aumenteranno ancora di più “, ha affermato Tedros.
Il caso opaco degli USA
Uno dei paesi in cui la situazione non è completamente chiara sono gli USA, che oggi hanno segnalato oltre 1.000 casi e 30 morti.
La capacità di test del paese è stata quasi inesistente per settimane, con solo migliaia di persone testate per il virus a partire da lunedì (la Corea del Sud, che è molto più piccola degli Stati Uniti, aveva già testato 140.000 residenti la scorsa settimana).
Mercoledì scorso, Reuters ha riferito che la Casa Bianca ha ordinato ai funzionari sanitari di decretare le discussioni sul nuovo coronavirus, un segnale preoccupante che l’amministrazione Trump sta limitando le informazioni disponibili per gli operatori sanitari pubblici e il pubblico in generale.
I funzionari sanitari dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno detto mercoledì al Congresso di star sviluppando soluzioni. In particolare, esami del sangue che possono essere utilizzati per controllare persone anche se non mostrano sintomi.