Per molti la luce solare è uno standard nella vita quotidiana. È il nostro regolatore naturale del tempo, la fonte di energia e la luce della nostra giornata. Non è così per tutti: ci sono luoghi sulla terra che ottengono la luce solare per molto meno di 8-12 ore al giorno. Altri per nulla.
La città di Tromsø, in Norvegia, si trova a 200 miglia a nord del circolo polare artico e per questo da novembre a gennaio di ogni anno non vede nemmeno sorgerlo, il sole. Se poi vai più a sud trovi un’altra città norvegese, quella di Rjukan, che vive senza luce e la ricava da specchi giganti.
Luce da specchi giganti
Rjukan si trova in una valle profonda tra due imponenti montagne. Rjukan vive per ben sei mesi all’anno senza luce, tre in più rispetto alla città molto più settentrionale di Tromsø. Rjukan, di fatto, trascorre la sua vita all’ombra delle montagne circostanti.
La vita a Rjukan? Parecchio deprimente, almeno fino a quando non sono stati installati specchi giganti per illuminare la piazza.
La gente del posto chiama questi specchi giganti il “Solspeilet” o specchio solare.
Si tratta in realtà di un sistema di tre specchi giganti controllati dal computer che tracciano il sole e cambiano inclinazione per mantenere la luce intensa puntata verso il centro della città.
Gli specchi si trovano quasi 500 metri più in alto della città e si riadattano ogni 10 secondi mentre il sole si muove attraverso il cielo circostante, mascherato dalle montagne.
L’installazione degli specchi
Gli specchi sono stati installati nel 2013 e da allora hanno attirato orde di turisti. Sono nati da un’idea di Martin Andersen, un artista che si era trasferito in città e non sopportava la mancanza di sole. Andersen ha convinto le autorità locali a costruire il sistema con un costo di circa 800.000 euro. La sua intuizione ha cambiato la città per sempre.
Un’idea antica
Pur essendo stata attuata solo nel 2013, l’idea era un po’ nell’aria da oltre un secolo. Più di cento anni fa uno dei residenti più famosi di Rjukan, l’ingegnere Sam Eyde, ebbe l’idea di posizionare specchi giganti sulla cima della montagna. Voleva portare felicità ai residenti della città (principalmente suoi dipendenti), ma la tecnologia non era ancora pronta. Per questo nel 1928 ripiegò sulla costruzione di una funivia in modo che i locali potessero viaggiare per vedere la luce del sole.
L’impatto degli specchi
Gli specchi hanno una superficie totale di soli 160 metri quadri, ma bastano ad illuminare ben più di mezzo chilometro quadrato nel centro cittadino. Certo, non farà giorno in ogni punto, ma questa serie di specchi porta un po ‘di normalità ai residenti per metà dell’ anno mentre il sole non splende.
E poi è suggestivo. Molti in città inizialmente hanno considerato questa spesa come uno spreco di denaro, ma l’idea geniale ha contribuito ad attirare su Rjukan l’attenzione di mezzo mondo.
La città ora è una piccola, ma importante attrazione turistica in Norvegia, ospitando ogni anno moltissimi visitatori curiosi di vedere il centro della città illuminato da specchi giganti. La prossima evoluzione? Sfruttare gli specchi anche come celle solari, per un po’ di energia gratis che non guasta mai.