Quella di coronavirus è la prima pandemia mondiale che combattiamo al fianco di preziosi alleati: computer e robot.
Mentre ai computer (con il plus dell’AI) è affidato il compito di scovare presidi medici adatti alla cura, i robot ci fanno da “fanteria”. In particolare consegnano merci o, come in questo caso, disinfettano le stanze degli ospedali con luce UV concentrata. Per la precisione: robot disinfettanti.
Sviluppati da UVD Robots, una società danese, questi robot autonomi vengono utilizzati come parte dei regolari turni di pulizia e sono estremamente utili. Il loro supporto nella prevenzione di malattie infettive, infezioni virali, batteri e altri tipi di microrganismi organici dannosi nell’ambiente può essere prezioso.
Come funzionano i robot “disinfettanti” della UVD
I robot sviluppati da UVD hanno otto lampadine che emettono luce ultravioletta UV-C in grado di distruggere batteri, virus e altri microbi dannosi.
Una volta all’interno di una stanza, il robot impiegherà circa 20 minuti per disinfettarla completamente danneggiando il DNA e l’RNA dei microbi e impedendo loro di moltiplicarsi.
Poiché questo tipo di luce è dannoso anche per l’uomo, le persone sono tenute a rimanere fuori mentre i robot disinfettanti fanno il loro lavoro.
Il robot è sicuro, affidabile ed elimina la possibilità di un errore o di una distrazione umana. È facile da usare ed è progettato per essere gestito dal personale addetto alle pulizie ogni giorno attraverso un’app. Completa un intero ciclo di pulizia in meno di dieci minuti: tale il tempo che impiega, ad esempio, per completare una stanza di ospedale con quattro posti letto, o una spaziosa sala operatoria.
Dal sito dell’azienda apprendo che i robots si sono fatti davvero onore in battaglia, supportando l’organico di ben 2000 ospedali cinesi. Potrebbero tornare utili anche da noi per ridurre il rischio di contagio, specie dei nostri operatori sanitari.
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