Germania e Gran Bretagna hanno dichiarato lunedì che gli sforzi per rilanciare l’economia globale dopo (e/o durante) la pandemia di coronavirus dovranno garantire una “ripresa verde” che aiuti il mondo ad affrontare i cambiamenti climatici.
A prova di futuro
Parlando in vista di una riunione virtuale di funzionari provenienti da circa 30 paesi, il ministro tedesco dell’ambiente ha affermato che è importante che i programmi di ripresa economica investano in lavori “a prova di futuro” che aiuterebbero a ridurre le emissioni di gas a effetto serra nei prossimi anni, piuttosto che puntare a un ritorno alle attività come di solito.
“Non dobbiamo investire in tecnologie del passato”, ha detto Svenja Schulze alla Associated Press, osservando che alcuni paesi valutano ancora piani per la costruzione di nuove centrali a carbone.
Sul fronte interno, altri politici tedeschi hanno invece chiesto degli incentivi agli acquisti di auto, per dare impulso all’industria automobilistica del paese. Le immatricolazioni europee di auto nel mese di aprile sono ai minimi storici (in tutta Italia solo 500 auto sono state immatricolate il mese scorso. Sono numeri da primi del ‘900).
Schulze ha rilanciato proponendo incentivi per veicoli elettrici, da offrire agli operatori sanitari per le chiamate a domicilio. “Sarebbero molti, molti veicoli. Una misura del genere aiuterebbe l’economia e ci farebbe frenare le emissioni”.
Gli scienziati hanno avvertito che resta poco tempo se il mondo vuole raggiungere l’obiettivo principale dell’accordo sul clima di Parigi del 2015. Tra poco sarà impossibile mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi Celsius, e anche riuscendoci resterebbe per chissà quanto un aumento intorno a 1,5 gradi.
Ripresa verde? Appiattire la curva dell’inquinamento
Nel mare di cose terribili che ha portato, il coronavirus ha introdotto un concetto importante. L’idea di evitare di far collassare i sistemi sanitari “appiattendo la curva dei contagi” ha senso anche se si applica ai temi ecologici. Va ridotta, in altre parole, la curva delle emissioni di gas serra.
Diversamente dal coronavirus, conosciamo già i vaccini per la crisi climatica. Energia rinnovabile, mobilità elettrica, riciclo, riuso ed edilizia a basso consumo energetico.
Keep calm and stop pollution
In UK il segretario commerciale britannico Alok Sharma, afferma che “il mondo deve lavorare insieme per affrontare la pandemia di coronavirus e per sostenere una ripresa verde e resistente, che non lasci indietro nessuno.“
Gli attivisti ambientalisti hanno avvertito che le industrie fortemente inquinanti stanno già cercando di attingere alle ingenti somme che i governi stanno schierando per stimolare l’economia.
Jennifer Morgan, direttore esecutivo di Greenpeace International, dichiara: “abbiamo ottenuto i documenti interni di alcune industrie inquinanti. Ci mostrano che stanno cercando di sfruttare questo momento in cui il denaro pubblico viene reinvestito nell’economia per tirare acqua al loro mulino. Perfino industrie petrolifere.”
Il petrolio è un pessimo affare, credetemi. Quello che stiamo osservando oggi in tempi di crisi è solo una prova di ciò che il caos climatico porterà al mercato petrolifero in futuro. Investire nel petrolio era rischioso anche prima del coronavirus, e sarà sempre peggio.