Le persone non vedenti possono leggere il Braille a mezz’aria usando le mani grazie a una griglia di altoparlanti Braille che emettono onde ad ultrasuoni.
Il dispositivo, una sorta di griglia quadrata delle dimensioni di circa 16cm per 16cm, crea nell’aria dei veri e propri “punti”, come quelli che formano l’alfabeto Braille.
“Sulla pelle sembra una leggera brezza d’aria”, dice Viktorija Paneva dell’Università di Bayreuth in Germania. I punti a mezz’aria degli “altoparlanti Braille” sono percepibili sul palmo di una persona quando tengono la mano in alto a circa 20 centimetri dal dispositivo.
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Questi altoparlanti emettono onde ultrasoniche verso un punto a mezz’aria. Un preciso punto in cui tutte le onde sono in fase tra loro. “Ecco perché abbiamo questa grande forza acustica”, afferma Paneva.
Leggere l’aria con le mani: tre metodi
Un singolo carattere Braille è costituito da una combinazione di sei punti in una disposizione a griglia 2 x 3. Paneva e i suoi colleghi hanno ideato tre diversi metodi per presentare i caratteri Braille e hanno chiesto a 11 partecipanti non vedenti di testare il dispositivo.
In uno dei metodi, i punti che compongono un carattere Braille sono stati presentati contemporaneamente.
In un altro, ogni punto è presentato in sequenza, punto per punto, per 200 millisecondi alla volta.
Nel terzo metodo, i punti sono stati presentati una riga alla volta. In ogni caso, i punti erano distanziati di circa 3 centimetri l’uno dall’altro.
Il metodo punto per punto aveva la massima precisione media, con l’88% dei caratteri identificati correttamente.
La precisione era limitata dalla capacità dei partecipanti di distinguere i diversi punti con il palmo della mano. Per ovviare al problema, il team ha usato frequenze d’onda leggermente diverse per i sei punti che compongono ciascun carattere Braille, per facilitare la distinzione.
Il team afferma che questo tipo di altoparlanti Braille potrebbe aiutare le persone con disabilità visive a leggere le informazioni sensibili mentre sono in pubblico, ad esempio accedendo privatamente al saldo del proprio conto bancario da un bancomat.
Lo studio: https://arxiv.org/pdf/2005.06292.pdf