Nel 1965 la NASA si ritrovò a giustificare il motivo per cui stava inviando umani nello spazio e non solo computer. Proprio così, la domanda fu “perché volete inviare persone e non computer?”.
La risposta ufficiale fu meravigliosa: “perché l’uomo è l’unico computer multiuso a basso costo, da 150 sterline, non lineare, che può essere prodotto in serie da manodopera non qualificata”. E oggi, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, quale sarebbe la risposta?
Oggi il nostro smartphone ha circa un milione di volte la potenza di calcolo del computer di bordo dell’Apollo 11 (sì, davvero), eppure la risposta sugli umani sarebbe ancora la stessa. Le parole da sottolineare ancora una volta sono “computer” e “multiuso”.
I sistemi di intelligenza artificiale sono già in grado di risolvere compiti altamente specializzati (come rilevare il carcinoma mammario su immagini a raggi X molto meglio di quanto gli umani non possano mai fare) perché sono compiti molto specifici che si possono svolgere in un ambiente controllato. Non solo. Prendete i “giornalisti robot”, ad esempio. Oggi generano già automaticamente articoli di un notiziario. Questo tipo di impieghi altamente specializzati potrebbe conoscere il declino più grande se non aggiungerà una robusta dose di creatività.
I lavori che richiedono attività fisica sono già molto più difficili da automatizzare del tutto, perché il mondo reale ha un numero quasi infinito di variabili. Ad esempio le fabbriche Tesla sono altamente automatizzate, ma si vedono ancora gli esseri umani in una parte del processo di produzione. “Fanno clic” sul cruscotto dell’auto nel telaio metallico. Perché? Il cruscotto di plastica si flette leggermente durante la manipolazione, rendendo il risultato imprevedibile. Ad un certo punto, tuttavia, l’AI raggiungerà anche gli illustri gestori del cruscotto e anche loro saranno senza lavoro.
Che lavori restano?
Restano lavori come l’assistenza infermieristica, l’intrattenimento e… Il parrucchiere. Siamo arrivati all’ultima variabile imprevedibile: possiamo automatizzare molte parti del processo, ma “interpretare” gli esseri umani è incredibilmente complesso. Perché noi siamo incredibilmente complessi.
Nelle decisioni di base come scegliere che maglietta indossare al mattino, attingiamo a un’enorme ricchezza di esperienze memorizzate nel nostro cervello, che raccogliamo ed esprimiamo inconsciamente. Fino a quando non avremo una completa comprensione della mente umana e non saremo tutti d’accordo su un codice morale comune, semplicemente non possiamo lasciare che l’AI prenda decisioni.
Un esempio di “intelligenza artificiale mista”
FruitPunch AI utilizza un’educazione basata sull’intelligenza “mista” per insegnare a pensare gli studenti di tutto il mondo. Sfrutta sia il potere dell’intelligenza artificiale (ottimizzazione in un ambiente predefinito), sia quello degli esseri umani (il processo decisionale olistico) per risolvere alcune delle più grandi sfide dell’umanità: gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Scopri di più su: https://fruitpunch.ai/join.
La capacità di fondo in tutti questi lavori difficili o impossibili da automatizzare è quella di prendere decisioni basate sul contesto completo e ricco del mondo reale. Questo si basa su una comprensione complessa dell’interazione tra le cose e sulla nostra capacità di affrontare i cambiamenti in modo flessibile. Anche se potrebbe non sembrare così quando parli con uno zio un po’ retrogrado (e un filo razzista, diciamola tutta) siamo tutti padroni del cambiamento. Senza un significativo adattamento fisico, noi esseri umani siamo passati dal raccogliere bacche nella savana a mandare gente sulla luna. Se questo non dà fiducia nell’umanità, non so cosa lo farà.