Per i vertici militari Russi la questione dei robot che assumono il ruolo di soldati sul campo di battaglia non è una questione di se, ma di quando.
“I combattenti umani inizieranno gradualmente a essere sostituiti dai loro omologhi robot da guerra, in grado di agire più velocemente, in modo più accurato e più selettivo di loro”. Lo ha dichiarato Vitaly Davydov all’agenzia RIA Novosti il 21 aprile scorso. Davydov è vicedirettore della Russia Advanced Research Foundation, l’equivalente russo della DARPA americana.
Lo sviluppo di robot per la guerra è un fenomeno internazionale, ne ho parlato qui. Le osservazioni di Davydov rientrano in un più ampio piano russo di aumentare le sue forze armate esistenti con nuove capacità autonome e miglioramenti tecnologici sui soldati. I soldati russi, secondo programma, vanno potenziati (e/o sostituiti) con armi robotiche.
Esiste una tabella di marcia, ancora secretata, per la robotica militare russa. Delinea varie fasi alcune già testate, qualcuna senza dubbio influenzata dalle azioni e dall’esperienza militare russa in Siria
Samuel Bendett, consigliere del Center for Naval Analisi
Le prime soluzioni di robot russi da combattimento sono state inferiori alle attese, ma il Ministero della Difesa sta lavorando a una nuova generazione di macchine da combattimento per l’addestramento e il possibile uso futuro.
Marker UGV
Al centro dei piani c’è un robot armato di nuova generazione, il Marker UGV, veicolo terrestre senza equipaggio. Simile a un carro armato in miniatura con gradini e torrette, il Marker è un concept di robot killer che finirà per essere impiegato anche in battaglia.
Il Ministero della Difesa sta discutendo dell’eventuale uso di branchi o sciami di robot da battaglia in combattimento, e Marker è sicuramente la piattaforma per testarlo. Sarà in grado di lanciare sciami di UAV o sparare direttamente munizioni, il che lo rendenderà una piattaforma robotica piuttosto versatile e pericolosa.
Anche gli USA si attrezzano
Lo sviluppo russo dei progetti di robot da combattimento è parallelo a molti programmi in corso negli Stati Uniti.
I robot militari saranno contemporaneamente più veloci e più precisi delle persone nella selezione degli obiettivi. Le macchine reagiscono ai dati dei sensori più velocemente degli umani, gli algoritmi di puntamento hanno capacità di scelta molto maggiore di qualsiasi altra cosa vista attualmente. Questo potrà implicare il superamento dell’intero dibattito legale e morale internazionale sulla delega alle macchine della decisione di uccidere in battaglia.
Migliori degli uomini anche nelle scelte?
Realizzare soldati robot che aderiscono alle leggi di guerra e alle protezioni per i civili non è solo una sfida etica, è una sfida di programmazione. Richiede ai militari di dare la priorità all’identificazione del bersaglio positivo rispetto alla risposta più rapida possibile.
Il Ministero della Difesa afferma che i robot combattenti e i droni da combattimento che sostituiranno gli umani salvano i soldati umani dal pericolo. Il corollario a questa affermazione è il presupposto che un sofisticato sistema senza pilota sarebbe in grado di distinguere gli obiettivi militari da quelli civili, evitando vittime inutili.
Non è di grande aiuto, neppure, che i militari responsabili di perseguire questo tipo di autonomia sul campo di battaglia abbiano già precedenti atroci quando si tratta di evitare morti civili. Un robot militare non sembra essere destinato a restare strumento, ma un vero e proprio “soldato dal futuro” che ci avverte già oggi di non abusare del suo utilizzo.