Gli esperti ricercatori di robotica dell’Université de Sherbrooke in Canada hanno inventato un terzo braccio idraulico telecomandato.
Il terzo braccio robotico si monta in vita con una speciale cintura. È in grado di aiutare chi lo indossa in compiti anche delicati, ma è dotato di forza sufficiente a sfondare un muro.
Sembra una di quelle braccia che spuntavano dalla schiena di quel nemico di Spiderman che ora non mi sovviene. Edit: ce l’ho. Dottor Octopus.
I robot sono così: gli chiedi una mano, ti danno tutto il braccio
L’obiettivo della nuova propaggine, leggo dallo studio, è quello di “imitare le prestazioni di un braccio umano in una moltitudine di applicazioni industriali e domestiche”. È noto come supernumerary robotic arm (braccio robotico sovrannumerato?).
Come funziona il terzo braccio robotico
Il terzo braccio robotico è idraulico ed azionato da frizioni magnetoreologiche e trasmissioni idrostatiche. È appositamente progettato per fornire molta potenza, riducendo al minimo la quantità di massa che l’utente deve indossare.
Lo fa connettendosi all’utente tramite un cavo. Pesa quasi come un vero braccio umano (circa 4 chilogrammi) ma può sollevarne fino a 5.
Per il momento, non è assolutamente autonomo. È ancora necessario controllarlo attraverso un secondo essere umano, che guida il braccio con un’applicazione portatile in miniatura.
In questo momento funziona come un collaboratore: eseguire la stessa attività dell’utente in parallelo o fare qualcosa di diverso al fine di liberare l’utente a fare cose che richiedono più creatività.
A cosa può servire il terzo braccio robotico?
Le possibili applicazioni di un giunto del genere sono moltissime, ma in questa fase è molto più importante assicurargli una stabilità meccanica.
Più avanti il meccanismo potrebbe semplicemente “osservare” il movimento delle due braccia umane ed applicare il gesto su scenari differenti. Se si raccoglie frutta, ad esempio, un conto è imitare un gesto, un altro conto è raccogliere a propria volta un frutto che non si trova esattamente in parallelo a quello raccolto dal braccio umano.
Ad ogni modo, come detto, l’autrice principale dello studio Catherine Veronnéau ha al momento cose diverse cui pensare.
“Per ora non è ancora così male avere questo braccio sui miei fianchi, poiché è solo 4,2 kg (senza carico utile) e si trova vicino al mio centro di massa (per ridurre l’inerzia). Mi abituo rapidamente e posso compensare alcuni movimenti (movimenti traslazionali x, ye z), ma ho ancora alcuni problemi con i movimenti di torsione (come quando il braccio colpisce una palla da tennis con una racchetta). Abbiamo anche notato che l’imbragatura deve essere rigidamente collegata al corpo perché se c’è un gioco tra l’imbracatura e il corpo, può essere scomodo. “