Un nuovo studio dell’Università della California, Berkeley, ha scoperto che i topi più anziani hanno sviluppato nuove fibre muscolari e iniziato ad invertire l’invecchiamento dopo aver subito una procedura per diluire il plasma.
A Berkeley i ricercatori hanno mostrato in un nuovo studio che si possono ottenere effetti di inversione dell’età diluendo il plasma sanguigno dei vecchi topi, senza bisogno di sangue giovane (che ha prodotto effetti simili in studi precedenti).
Nello studio, il team ha iniziato a diluire il plasma sanguigno di topi anziani sostituendo e il 50% con una miscela di soluzione salina e alumina. L’albumina ha sostituito semplicemente le proteine perse con la rimozione del plasma. Il risultato? Ringiovanimento con effetti sul cervello, sul fegato e sui muscoli.
Questa scoperta sposta i modelli dominanti per invertire l’invecchiamento dall’uso di sangue giovane alla rimozione dal sangue dei fattori di invecchiamento potenzialmente dannosi.
Due ipotesi dalla scoperta che diluire il sangue ringiovanisce i topi
La prima è che, nel topo, il ringiovanimento sia dovuto al sangue giovane che porta proteine e fattori che diminuiscono con l’invecchiamento. La seconda, altrettanto possibile, è che con l’età alcune proteine nel sangue diventino dannose. Irina Conboy, professore di bioingegneria alla UC Berkeley e prima autrice dello studio è certa. “Come dimostra la nostra scienza, la seconda interpretazione risulta corretta. Non è necessario sangue giovane per l’effetto ringiovanente: è sufficiente diluire il plasma.”
Due parole sul plasma
Nell’uomo, la composizione del plasma sanguigno può essere modificata in una procedura clinica chiamata scambio terapeutico del plasma o plasmaferesi. È una procedura attualmente approvata dalla FDA negli Stati Uniti per il trattamento di una varietà di malattie autoimmuni.
Il team di ricerca sta attualmente finalizzando studi clinici per determinare se uno scambio plasmatico modificato nell’uomo possa essere utilizzato per migliorare la salute generale delle persone anziane e per trattare malattie associate all’età che includano perdita di massa muscolare, neurodegenerazione, diabete di tipo 2 e squilibri immunitari.
I risultati dello studio (che appare online sulla rivista Aging) possono aprire le porte a ulteriori ricerche sull’utilizzo dello scambio del plasma sia contro l’invecchiamento che per l’immunomodulazione.
L’invecchiamento? Transitorio e reversibile
All’inizio degli anni 2000 Irina Conboy e suo marito e partner di ricerca Michael Conboy avevano la sensazione che la capacità del nostro corpo di rigenerare i tessuti danneggiati restasse viva anche in vecchiaia con le cellule staminali. In qualche modo però queste cellule si “sarebbero spente” con i cambiamenti biochimici dovuti all’invecchiamento.
“Abbiamo avuto l’idea che l’invecchiamento potesse essere molto più dinamico di quanto la gente pensi”, ha detto Conboy. “Abbiamo pensato che potesse essere caratterizzato da un declino transitorio e molto reversibile della rigenerazione. Uno stato, insomma, che si può invertire sostituendo cellule e tessuti deteriorati con quelli sani”.
Dopo che i Conboy hanno pubblicato il loro primo, rivoluzionario lavoro del 2005, molti ricercatori hanno colto l’idea che proteine specifiche nel sangue giovane potessero essere la chiave per sbloccare le capacità di rigenerazione latenti nel corpo.
Tuttavia, nel rapporto originale e in uno studio più recente, quando il sangue veniva scambiato tra animali giovani e vecchi senza unirli fisicamente tra loro, i giovani animali mostravano segni di invecchiamento. Questi risultati indicavano che quel sangue “giovane” non poteva competere con quello vecchio.
Diluire il plasma per ridurre le proteine nocive
Di conseguenza, i Conboys hanno perseguito l’idea che un accumulo di determinate proteine con l’età fosse il principale inibitore del mantenimento e della riparazione dei tessuti, e che diluire queste proteine con lo scambio di sangue potesse essere una soluzione.
Un percorso alternativo e più sicuro, insomma: invece di aggiungere proteine dal sangue giovane, diluire il plasma anziano.
Per verificare questa ipotesi, i Conboy e i loro colleghi hanno avuto l’idea di eseguire uno scambio di sangue “neutro”. Invece di scambiare il sangue di un topo con quello di un animale più giovane, avrebbero semplicemente iniziato a diluire il plasma sanguigno con una soluzione contenente i suoi ingredienti più basilari: soluzione salina e una proteina chiamata albumina.
“Abbiamo pensato: ‘E se avessimo del sangue di età neutra, del sangue che non è giovane né vecchio?'”, dice Michael Conboy. Bingo.
Dopo aver scoperto che lo scambio di sangue neutro ha migliorato significativamente la salute dei vecchi topi, il team ha condotto un’analisi proteomica del plasma sanguigno degli animali per scoprire come le proteine nel loro sangue sono cambiate seguendo la procedura.
E diluire il plasma nell’uomo?
I ricercatori hanno eseguito un’analisi simile sul plasma sanguigno da umani sottoposti a scambio terapeutico di plasma.
Hanno scoperto che il processo di scambio del plasma si comporta quasi come un pulsante di ripristino molecolare. Un tasto “reset” che abbassa la concentrazione di proteine pro-infiammatorie che aumentano con l’età, consentendo nel contempo a proteine più benefiche, come quelle che promuovono la vascolarizzazione, di risalire nel numero.
“Alcune di queste proteine sono di particolare interesse e, in futuro, potremo considerarle come ulteriori candidati terapeutici e farmacologici”, ha affermato Conboy. “Ma vorrei mettere in guardia dalle illusioni di aver trovato un elisir di lunga vita. È molto improbabile che si possa invertire l’invecchiamento solo dai cambiamenti di una qualsiasi proteina. Nel nostro esperimento, intanto, abbiamo scoperto che possiamo fare una procedura semplice e approvata dalla FDA che dirige i livelli di numerose proteine nella giusta direzione”.
Lo scambio terapeutico del plasma nell’uomo dura circa 2-3 ore e presenta effetti collaterali assenti o lievi.