Dieci anni fa un modello tarato sulla tenuta politica e sociale degli Stati (e sul loro eventuale crollo) anticipò con precisione gli attuali disordini negli USA.
“L’instabilità politica negli Stati Uniti,” diceva, “raggiungerà il suo picco intorno al 2020”. I suoi autori dell’epoca affermano che ora gli eventi portano ad una possibile, nuova guerra civile americana.
All’inizio degli anni ’90, quando Bill Clinton era alla Casa Bianca e gli Stati Uniti sembravano stabili e proiettati al futuro, l’amministrazione nominò il sociologo Jack Goldstone. Niente era più impossibile di una guerra civile in America, quando Goldstone iniziò a lavorare. Il suo compito? Elaborare un modello per prevedere come gli stati fallissero. Il pensiero ovviamente non correva verso gli USA, ma verso altri stati. Pochi si aspettavano che il suo modello avrebbe in seguito previsto il collasso del suo stesso paese.
In un articolo inedito sottoposto a peer review, il professor Goldstone e Peter Turchin, un esperto in modelli matematici delle società storiche, hanno concluso che, dopo tante guerre americane nel mondo, gli Stati Uniti sono “diretti verso un’altra guerra civile americana”.
Le condizioni per la guerra civile, dicono, sono le peggiori dal 19° secolo (in particolare gli anni che precedono l’inizio della guerra civile americana nel 1861).
L’ultima grande guerra “civile” in america: la guerra di secessione americana
Una guerra intestina, è proprio il caso di dirlo. La storia della guerra civile americana è breve ma devastante. Per 4 anni la guerra americana infuriò, di fatto, tra due Americhe. Gli Stati Uniti d’America, ed un altro gruppo di Stati “ammutinati” (Stati Confederati d’America, una entità sorta da una forma di scissione) combatterono un’aspra guerra, figlia di una secessione economica e politica.
Le cause della guerra civile americana risiedono nell’interdizione della schiavitù. Un’azione decisa dal partito repubblicano di Abramo Lincoln, poi divenuto presidente. Un gruppo di stati, quelli Sudisti, ritenne fossero violati i loro diritti costituzionali e costituì il gruppo “sudista” di stati prima dell’insediamento di Lincoln.
Tutti i tentativi di compromesso fallirono, e così nacque la guerra di secessione USA. L’azione sudista di muovere battaglia fece scattare la scintilla. I morti? Tantissimi: se ne stimano 750.000 tra i soli soldati. Alla fine i nordisti vinsero, i sudisti persero la guerra di secessione. Ma da qualche parte, nel tessuto sociale americano e negli eredi “morali” di nordisti e sudisti, sembra che il rancore stia ancora covando sotto la cenere.
Una nuova guerra civile americana. Perché?
La ragione di prevedere la guerra civile americana si trova in trend che hanno avuto inizio negli anni ’80. “Disuguaglianze, élite egoistiche e polarizzazione, attitudini giunte al massimo livello oggi. Al punto da paralizzare la capacità del governo degli Stati Uniti di creare una risposta efficace alla malattia pandemica”, scrivono.
Questo stato di cose ha anche “ostacolato la nostra capacità di offrire una politica di aiuto economico inclusiva, e ha aggravato le tensioni sull’ingiustizia razziale”.
Il professor Goldstone è un’autorità alla George Mason University. Uno studioso leader nel campo delle rivoluzioni e dei cambiamenti sociali a lungo termine. Un profondo conoscitore che le guerre civili oggi e ieri le conosce a menadito.
Il modello Goldstone e le sue previsioni (azzeccate)
Il modello sviluppato da Goldstone e Turchin tiene traccia dei dati più disparati. Il rapporto tra i salari dei lavoratori medi e il PIL pro capite, l’aspettativa di vita, l’altezza media e il numero di nuovi milionari. Misura anche la polarizzazione politica o il grado di sovrapposizione tra le aree ideologiche.
Applicato alla storia degli Stati Uniti, “prevede” a perfezione la guerra civile del 1861 e i disordini degli anni ’30, la segregazione razziale e l’ avvento del fascismo. Per dirla con un riassunto: il modello ora vede gli Stati Uniti in guerra, ma con sé stessi.
Dieci anni fa, il professor Turchin indicò il suo modello verso il futuro e fece una previsione incredibilmente accurata.
Proprio come nel 1850, gli indicatori di crisi erano in aumento, scrisse sulla rivista Nature. “Potrebbero essere un indicatore affidabile dell’incombente instabilità. Sembrano destinati a raggiungere il picco intorno al 2020”. In altri termini, la prossima guerra Usa potrebbe essere interna.