Il Ministro britannico Grant Shapps è un Conservatore sui generis, almeno per l’accezione che ne abbiamo noi. Segretario di Stato dei trasporti dal 2019, da subito ha imposto una fitta agenda di passaggi, quasi una road map che conduca il Regno Unito ad abbandonare le auto ad alimentazione tradizionale.
Le sue prime dichiarazioni fissavano al 2040 l’anno del “passaggio definitivo”. Via via la data è stata avvicinata, fino alle dichiarazioni dello scorso febbraio, che hanno fermato il countdown al 2032, poco più di 10 anni da adesso. Solo auto elettriche a partire da quella data. Niente combustione interna, e nemmeno ibrido.
Cambiamento radicale
L’arrivo del Covid-19 ha messo tra le dichiarazioni di Shapps due parentesi grandi come il mondo, e subito dopo un punto interrogativo probabilmente visibile dallo spazio. Eppure le intenzioni del ministro sono rimaste ferme, e ad inizio giugno il governo inglese ha dato loro un primo seguito. Gli indizi sono tanti: dalla proposta di dare 6000 sterline ad ogni guidatore inglese per acquistare auto solo elettriche alle trattative (più o meno sotterranee, più o meno funzionali ad ottenere vantaggi) che Elon Musk starebbe conducendo per aprire una delle mega fabbriche Tesla nel Regno Unito. Plus, forse il più indicativo ed importante: i punti di ricarica elettrica oggi nello UK sono il doppio dei distributori di benzina.
Propositi ambiziosi, che fanno il paio con quelli dichiarati dal PM Boris Johnson e oggetto di una dichiarazione (annunciata come “epocale”) che avrebbe dovuto aver luogo il prossimo novembre, ma che è stata spostata nel 2021 causa Covid. Le dichiarazioni di Johnson comunque sono tante. Della principale vi ho parlato qualche mese fa: la Gran Bretagna vuole diventare a impatto zero entro il 2050.
Come reagirà l’industria automobilistica?
L’appetito dei consumatori è cresciuto del 17.000% negli ultimi 10 anni.
L’impressione è che la domanda sia cresciuta in modo gigantesco, ed anche all’industria dell’auto ora conviene portarsi in un regime di produzione sempre più focalizzata sul veicolo elettrico. Lo sforzo è gigantesco, e la solerzia è massima. In questa tabella tratta da un report dell’Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA) un riassunto estremo di quello che alcuni marchi hanno in programma nel tragitto verso auto solo elettriche.
Marchio | Timing | Impegno |
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Nissan | 2025 | Veicoli elettrici a batteria (BEV) 50% delle vendite in Giappone ed Europa |
Mercedes | 2025 | BEV 15-25% delle vendite |
VW | 2025 | EV 25% delle vendite |
Porsche | 2030 | EV 100% delle vendite |
Toyota | 2030 | Veicoli elettrici e ibridi convenzionali 50% delle vendite |
Volvo | 2030 | Veicoli elettrici e ibridi convenzionali 50% delle vendite |
Honda | 2030 | BEV, veicoli elettrici ibridi plug-in e veicoli a idrogeno il 15% delle vendite |
È che la velocità di questo cambiamento, accelerato anche dalla congiuntura mondiale, rischia di essere troppo elevata per le capacità di adattamento del settore. Mancano risorse, e la proposta del governo di dare 2 miliardi di euro al settore è di quelle che fanno il solletico (se pensate che solo FCA ha richiesto un prestito di 6,3 miliardi capite di quali grandezze economiche parliamo).
Che sia il 2032 o il 2035 (la precedente “data di backup”), il prossimo futuro è zeppo di proposte elettriche, in un clima stranissimo a metà tra un boom e un disastro economico. Entrambi, a quanto pare, motori di cambiamento.