Di Stefano Boeri Architetti mi occupo di tanto in tanto: non nascondo l’ammirazione per la chiarezza mentale che sembra ispirare le soluzioni dello studio. A volte mi sembra addirittura l’equivalente in architettura di questo sito.
Stefano Boeri Architetti e la società di costruzioni albanese SON-Group hanno svelato i piani per Tirana Riverside, un distretto sostenibile nella capitale albanese progettato per rispondere alle esigenze post pandemia. Un quartiere, in altri termini, resistente al coronavirus.
Il piano prevede 12.000 residenti su un’area di proprietà pubblica accanto al fiume Tirana.
Lo studio Boeri ha dichiarato “questo è il primo quartiere in Europa progettato in accordo con il governo e le autorità cittadine in grado di rispondere alle nuove esigenze della fase pandemica post Covid 19. Soddisfa inoltre tutti i requisiti di sostenibilità richiesti dall’attuale crisi climatica”.
Il distretto resistente al coronavirus
Tirana Riverside è uno dei tre piani principali commissionati dal Comune di Tirana per un’area notevole. 29 ettari sui quali intende costruire alloggi, uffici e negozi.
Per la progettazione del distretto resistente al coronavirus, Stefano Boeri Architetti e SON-Group hanno mirato a creare un luogo aperto, sostenibile e percorribile senza auto, con tecnologie intelligenti e ampi giardini pensili. Un luogo arioso e studiato per aiutare a prevenire la diffusione del covid e di eventuali futuri virus simili.
Questo momento di grande difficoltà ha chiarito la necessità di un cambio di prospettiva. L’umanità è costretta a rivedere in profondità il suo rapporto con la natura e con gli spazi in cui abita.
Stefano Boeri e Francesca Cesa Bianchi
Dobbiamo pensare a una nuova era, più ecologica e senza combustibili fossili. Lontana dalla normalità che conoscevamo prima della diffusione di Covid-19. La normalità che purtroppo conteneva i fattori che contribuiscono alla situazione in cui ci troviamo ora.
Il distretto ideale contiene spazi verdi aperti e accessibili a tutti i cittadini, riduce la necessità di grandi spostamenti con veicoli privati a benzina e favorisce una mobilità elettrica o fisica micro e dolce. Una soluzione immediata per ridurre le emissioni.
Per creare resilienza al coronavirus, i residenti di Tirana Riverside avranno accesso a tutti i “servizi essenziali” a distanze percorribili a piedi. Insieme ad uffici e abitazioni, il complesso includerà una scuola e un centro universitario.
Città di quartieri salutari
Dobbiamo considerare le “trincee” tra la sfera privata e i flussi della città come la prima linea di prevenzione che renda un luogo resistente al coronavirus.
Piani terra per acquisti e salute
Possiamo immaginare piani terra attivi per l’accoglienza di merci, con distributori automatici gestiti da operatori del settore agroalimentare o piccole cliniche sanitarie per ogni quartiere. I tetti come punti di atterraggio per l’accoglienza di merci da parte dei droni, e come spazi verdi collettivi per l’artigianato, l’agricoltura domestica, il tempo libero e lo sport.
I cortili del futuro
I tetti, ben collegati tra loro, diventeranno l’equivalente futuro dei nostri cortili residenziali: luoghi di intensa vita collettiva ma non pubblica, generosa ma non codificata, all’aperto ma non esposta.
Nell’ambito di Tirana Riverside verranno costruiti ampi parchi progettati dall’architetto paesaggista Laura Gatti. Le piante saranno incorporate nelle aree comuni, nelle facciate degli edifici, nei tetti e nei ponti pedonali.
Le città del futuro. Dopo il virus, oltre il virus, a prescindere dal virus.
Le città devono diventare nodi attivi di corridoi ecologici, assorbendo la natura e diventando parte di un produzione ambientale, economica e integrata con aree protette, boschi, aree montane e agricole.
La direzione da prendere è quella di ridurre la congestione urbana, espandere le aree comuni e portare “fuori” ciò che è oggi “dentro”, fornendo ogni realtà commerciale di un’area esterna, con marciapiede ancora più ampio, piste ciclabili più ampie, strade per veicoli più strette.
Le città devono riscoprire ancora di più gli spazi aperti creando un futuro interconnesso. L’obiettivo è quello di distribuire meglio il ritmo della città, evitando grandi flussi di lavoratori e migliorando gli spazi verdi che la rendono più sana.