E se l’iconico ponte di Brooklyn a New York fosse trasformato in una sorta di quartiere galleggiante?
È esattamente ciò che l’architetto Daniel Gillen si propone con il suo lavoro presentato al Van Alen Institute nel quadro di un interessantissimo concorso che si ripropone di ripensare il Ponte di Brooklyn. Con una forma ispirata alle caratteristiche naturali dei tratti costieri ai lati della baia dell’Hudson, questo concept “brooklyn bluff” è davvero avveniristico. Punta, nelle intenzioni, a migliorare il verde pubblico e soprattutto a promuovere una nuova prospettiva su progetti di riutilizzo adattivo con una vera e propria infrastruttura vivente.
Sviluppato per fornire una flessibilità continua nel suo utilizzo, il programma per questa “infrastruttura vivente” contiene funzioni abitative, alberghiere, culturali, commerciali e pubbliche. economizzando la struttura con un programma abitabile, daniel gillen propone di stabilire una relazione simbiotica tra entrate da reddito e manutenzione del ponte, garantendo longevità nella funzionalità per il futuro.
Ogni cosa al suo posto
Per rispettare il progetto originale, l’aggiunta architettonica proposta crea una chiara e leggibile distinzione tra contemporaneo e storico. La forza e l’utilità del ponte di Brooklyn sono bilanciate da un approccio progressivo all’architettura che tiene conto di una moltitudine di fattori. Condizioni sociali, longevità e sicurezza. Un grande parco pubblico, ad esempio, bilancia gli incentivi economici privati per il sito. Daniel Gillen, il progettista, osserva: “il tema della sostenibilità non può limitarsi alle sole considerazioni ambientali e sociali, ma deve mirare a ricalibrare i profitti privati verso la sostenibilità finanziaria dei sistemi pubblici”.
Attraverso questa proposta, il pubblico è incoraggiato a riconoscere che il futuro è letteralmente e figurativamente “supportato” dal passato e dalla relazione simbiotica tra i due. Audace e ambizioso come il ponte originale, il “Brooklyn Bluff” sfrutta la struttura originale abbracciandola e intrecciandosi con lei. Una parte è radicata nella storia, l’altra sta raggiungendo il futuro, stabilendo una tipologia di infrastruttura vivente contemporanea.
L’umanità ha chiaramente bisogno di più dalle nostre città e spazi pubblici. un sistema equo che privilegia le esigenze di molti rispetto a pochi. l’architettura ha la responsabilità di facilitare questa azione.
daniel gillen
Brooklyn Bluff, paradigma architettonico
Il ponte, insomma, come eterna metafora del passaggio. Una struttura che mi affascina da sempre. Non a caso su questo sito ricorre il racconto di ponti celebri. Da quelli che cambieranno il futuro del pianeta a quelli di persone famose che vengono recuperati dopo secoli. Niente come un ponte può unire, idealmente e fisicamente.
Vi piacerebbe una struttura vivente “simbiotica” come questa?
Ecco altre foto del Brooklyn Bluff.