Gli ultimi secoli hanno visto una crescita di ricchezza e standard di vita più alta che nel resto dell’intera storia umana. Di certo in parte anche grazie a crescita economica e innovazione tecnologica.
La maggior parte dell’esistenza umana è stata descritta come “cattiva, brutale e breve”, con zero crescita e miglioramento degli standard di vita per lunghi periodi di tempo. Tutto è cambiato circa 200 anni fa, con la Rivoluzione industriale e lo sviluppo tecnologico che ne è seguito.
Questo sviluppo tecnologico ha però avuto un costo: un tangibile effetto negativo sul mondo naturale. E forse oggi questo costo per certi aspetti può diventare non sostenibile.
Per questo motivo, molti ora credono che potremmo aver raggiunto i limiti della crescita economica e, per estensione, tecnologica.
Ma è vero? Proviamo a capirci qualcosa.
Secondo J. Bradford DeLong, professore di economia presso l’Università della California, Berkeley, fino al 1800 il PIL pro capite medio era l’equivalente di circa 200 euro. Dopo questo periodo, il PIL pro capite è aumentato rapidamente, raggiungendo 6.500 euro intorno al 2000.
La maggior parte dei benefici di questa crescita è stata goduta da una manciata di nazioni, anche se una sorta di accelerazione ha interessato anche i paesi meno sviluppati. A livello generale, seppure con una certa disparità, parametri come ricchezza pro capite, aspettativa di vita più elevata o tassi di mortalità per malattia e malnutrizione sono stati notevolmente migliorati.
Ma come è stato raggiunto questo sviluppo tecnologico?
La risposta è, in parte, grazie a quella che Adam Smith definì “la divisione del lavoro”. Dare la possibilità a sempre più persone di specializzarsi in compiti particolari ha permesso un’esplosione dello sviluppo tecnologico.
I pesantissimi rovesci della medaglia
Stiamo finalmente iniziando a capire che questo sistema ha però portato anche al consumo eccessivo di risorse. Il mondo naturale subisce un tremendo danno collaterale derivante da questa crescita. Dalle microplastiche ai metalli pesanti, dall’abuso di fertilizzanti ai cambiamenti climatici, siamo pessimi custodi di questo meraviglioso pianeta.
Alcuni considerano ciò che accade unq prova del fatto che la crescita non possa continuare per sempre. La crescita esponenziale comporterebbe il consumo di più risorse, la continua perdita di ecosistemi e montagne sempre più grandi di rifiuti e inquinamento.
Per non parlare di una crescente disuguaglianza tra ricchezza e povertà.
È sempre andata così, in effetti. Ma non significa che questa tendenza debba continuare nel futuro.
La tecnologia potrebbe aver contribuito a questi problemi, ma potrebbe anche essere la cura per loro. Ma prima, scompattiamo l’idea di un pianeta finito.
Cos’è un pianeta “finito”?
Ogni pianeta, compresa la Terra, ha una determinata quantità di risorse da offrire. Una quantità limitata, anche di materie prime.
Si, la Terra è molto grande, ma a conti fatti e almeno per ora solo una sua piccola parte (la crosta più esterna, gli oceani e l’atmosfera) può essere sfruttata dagli umani.
Questa linea di pensiero presuppone che le risorse possano essere consumate solo un numero limitato di volte. Ma, come sappiamo, l’energia (e per estensione, la massa) non può essere creata né distrutta, ma solo cambiata nella forma.
In teoria, almeno, dal momento che tutto ciò che creiamo dalle materie prime terrestri resta sul pianeta, potremmo, con la giusta tecnologia, riutilizzarla un numero illimitato di volte.
Eppure la Terra sembra perdere massa nel tempo. Si stima che da qualche parte si perdano nello spazio 50.000 tonnellate di materia terrestre ogni anno. Niente paura: occorrerebbe un tempo enorme per perdere una parte significativa del nostro pianeta, e comunque non è questo il punto dell’articolo.
Il rischio di una catastrofe
Il consumo eccessivo e prolungato di risorse sulla Terra causerà probabilmente danni irreparabili e la potenziale perdita del suo sistema di supporto vitale: la biosfera. Abbiamo bisogno di accedere all’aria respirabile, al cibo, all’acqua potabile e ad un ambiente abitabile per sopravvivere. E sono in gravissimo pericolo.
Il costante sviluppo tecnologico a spese dell’ambiente raggiungerà inevitabilmente il suo limite. Il delicato equilibrio degli ecosistemi verrà distrutto selvaggiamente, portando a estinzioni di massa, fusione delle calotte polari e altri eventi catastrofici. In tale scenario, a che serve perseguire “ricchezza” se non saremo capaci di sopravvivere?
Possono economia e sviluppo tecnologico continuare a crescere per sempre su un pianeta finito?
Se limitiamo il nostro pensiero a un singolo pianeta, come la Terra, è teoricamente possibile avere una crescita illimitata. Ma servirà un modo efficiente di utilizzare le risorse grezze o di riutilizzare quelle “vecchie” in armonia con il mondo naturale.
È di fondamentale importanza. A meno che, naturalmente, non troviamo un modo per produrre cibo nutriente, acqua pulita e aria respirabile solo con la nostra tecnologia.
Ma una cosa è chiara, non possiamo avere una crescita continua in termini tecnologici ed economici se si traduce in un danno irreversibile al pianeta.
Per questo lo sviluppo sostenibile diventa la chiave per lo sviluppo tecnologico in futuro. Dobbiamo separare la crescita economica dal suo potenziale danno all’ambiente.
In una certa misura, stiamo assistendo agli inizi di questo processo oggi.
Ad esempio, ci sono segnali che una società con una certa soglia di ricchezza acquisisce anche consapevolezza della necessità di una vita “più pulita”, meno dispendiosa e più efficiente nell’uso delle risorse.
Per dirla in breve: una volta soddisfatte tutte le esigenze economiche di base, le persone si concedono il “lusso” di preservare l’ambiente circostante. Per molte nazioni più ricche, questo è stato ottenuto in parte esportando i loro bisogni “più sporchi” verso nazioni più povere. Alcune però sono state anche proattive nello sviluppo delle leggi sulla protezione ambientale.
In sintesi: quali tipi di innovazione tecnologica potrebbero teoricamente consentire una crescita infinita? Diamo un’occhiata al futuro.
La robotica
È probabile che l’automazione continuerà a diventare più sofisticata e ad assumere un numero sempre crescente di compiti laboriosi e ripetitivi.
Pro
I robot sono adatti a eseguire attività che richiedono un alto livello di precisione o di velocità, o che non diano l’opportunità di riposare.
Finché le loro parti sono in buone condizioni e hanno le risorse, come l’elettricità, possono continuare a lavorare all’infinito.
Anche i robot stanno diventando sempre più complessi nel design e nelle capacità. Possono persino costruire altri robot da soli. In alcune aree, i robot hanno aumentato la produttività a livelli impensabili col solo impiego di esseri umani.
I robot hanno il potenziale non solo per migliorare l’efficienza con cui utilizziamo le risorse naturali e ridurre il nostro impatto sull’ambiente, ma anche di ridurre gli sprechi causati da errori di produzione.
Contro
I robot richiedono a loro volta un ampio apporto di risorse nella loro costruzione.
Possono mandare sul lastrico moltissime persone, soppiantandonr il lavoro. Dovrebbero produrre abbastanza capitale in eccesso per sostenere i lavoratori che restano a casa, magari con misure come il reddito universale.
Stampa 3D e produzione additiva
Due settori che rivestiranno un’importanza fondamentale nel futuro sviluppo tecnologico.
La produzione sottrattiva convenzionale potrebbe non essere più il modo più efficiente di produrre le cose. La stessa natura di questa tecnica (partire da una materia prima e sottrarre/tagliare/modellare) spesso porta allo spreco di risorse naturali.
Pro
La stampa 3D o la produzione additiva sono incredibilmente efficienti quando si tratta di utilizzare materie prime per costruire oggetti. Vengono sprecati pochissimi materiali di base, e gli scarti di lavorazione possono essere riciclati più facilmente per il riutilizzo.
Poiché la produzione additiva consente di stampare molti materiali su richiesta, si riduce molto la catena di approvvigionamento. Un giorno la stampa 3D in loco potrebbe sostituire gli enormi magazzini di merci.
La versatilità è un altro fattore chiave: sono state sviluppate stampanti 3D in grado persino di stampare alimenti, medicine e organi umani. Molte industrie, dall’aerospaziale all’automotive e alla sanità, hanno già abbracciato la produzione additiva.
Contro
Anche la stampa 3D tende a consumare mediamente più energia dei metodi tradizionali. Certo, un costo compensato da costi minori nel trasporto e in altri fattori collaterali, ma con le restrizioni nei tipi di materiali che le stampanti possono utilizzare è uno dei principali ostacoli al loro uso, almeno per ora.
Ciò detto, la stampa 3D migliorerà ancora, e sarà sicuramente una tecnologia importante per aiutare a mantenere lo sviluppo tecnologico ed economico del futuro.
Le nanotecnologie
Una tecnologia che potrebbe produrre un futuro illimitato di crescita è la nanotecnologia. È incredibilmente promettente. È del tutto possibile che presto la nanotecnologia consentirà lo sviluppo di materiali come metalli non soggetti a temperatura, o con memorie elastiche. Tali materiali potrebbero ridurre significativamente il consumo di metalli grezzi estendendo notevolmente la loro durata utile.
La nanotecnologia potrebbe anche portare a vernici che avvisano di surriscaldamento o superfici mediche in grado di rilevare agenti patogeni. Potrebbero anche produrre vetri infrangibili che passano da opachi a trasparenti, riducendo la necessità di più materiali.
La nanotecnologia può anche produrre fertilizzanti non tossici per l’ambiente, o filtrare più efficacemente l’acqua marina per trasformarla in potabile.
I robot nanotecnologici, anche detti naniti, potrebbero un giorno essere in grado di trasformare perfino i nostri rifiuti in utili materie prime, o rendere innocue distante tossiche.
Questi sono solo alcuni dei meravigliosi benefici per l’ambiente che potrebbero derivare dalla nanotecnologia. Ottimizzando l’uso delle risorse e riducendo al contempo gli sprechi, la nanotecnologia è un esempio di come lo sviluppo tecnologico potrebbe consentire tassi di crescita elevati e continui nel lontano futuro.
Internet
L’ascesa di Internet ha cambiato il modo in cui facciamo molte cose. Ha anche creato molte nuove industrie mai sognate prima.
Soprattutto ha portato un modo completamente nuovo di fare soldi: l’economia digitale. Negli ultimi decenni è emersa una vasta fascia di nuove imprese, ciascuna con un potenziale (teorico) illimitato.
La creazione e la distribuzione di idee e altri servizi non sono mai state così facili. Inoltre, non è mai stato così facile per le persone avviare un’attività in proprio, grazie alla rete.
L’unico vero limite alla crescita di Internet è di natura energetica. Trovare una soluzione ecologica a questo problema richiederà lo sviluppo di diversi sistemi di generazione di energia (comprese quella nucleare, fotovoltaica, eolica, con celle a idrogeno e quant’altro).
Le possibilità di internet sono ancora strabilianti. Dal rendere le auto autonome a rivoluzionare l’agricoltura, l’internet delle cose (IoT) promette di rendere le nostre vite più facili, e forse anche meno dannose per l’ambiente.
Le case intelligenti, utilizzando l’IoT, potrebbero consentire una gestione quasi autonoma e la riduzione dei rifiuti, compresi usi più efficienti di energia, acqua e altre risorse.
I sensori e altri dispositivi di monitoraggio possono già essere utilizzati per raccogliere dati e monitorare parametri come i livelli di inquinamento e la qualità dell’aria.
Ma l’IoT può anche essere usato per aiutare direttamente la natura. È già utilizzato per proteggere le api o combattere il bracconaggio.
Esplorazione spaziale
Se niente di ciò che ho descritto funzionasse, lo sviluppo tecnologico potrebbe ottenere risorse potenzialmente illimitate dallo spazio. Dall’estrazione di meteoriti alla colonizzazione di altri mondi, un giorno l’esplorazione dello spazio potrebbe fornire un mezzo di crescita tecnologica ed economica infinita.
Se riusciamo a trasformare in realtà lo sfruttamento delle risorse spaziali, non dovremo mai più preoccuparci di risorse limitate. Ma questo richiederà un notevole investimento di energia, sviluppo tecnologico e, sì, risorse, per diventare realtà.
In sintesi: vivere “a costo zero” per le risorse e per l’ambiente richiederà tempo e denaro ben spesi. Sarà davvero un investimento nel futuro della nostra specie e del pianeta.