Quando il 27 febbraio è stato annullato il più importante evento wedding mondiale (una fiera sulla tecnologia del wedding a New York), in Italia le occasioni di settore erano saltate da tempo. L’Italia: uno dei paesi più colpiti, e quello dove il matrimonio è più popolare. Come fermare la crisi?
Nel Bel Paese è un pezzo importante del settore eventi e turismo. Nella crisi del wedding causa Covid si, in questi mesi, a tutti i livelli.
È anzi forse il settore che vede il maggior numero di “attori” in crisi contemporanea. I “clienti”, futuri sposi, annullano l’evento o lo vivono tra ansia e progressivi spostamenti di data. Location, Catering e Banqueting non si muovono. Addobbi, fioristi e accessori idem. Vogliamo parlare dei viaggi di nozze?
Ad accennare una reazione, i marchi del settore Bridal che hanno iniziato rapidamente a sviluppare risorse digitali per presentare i nuovi abiti da sposa con immagini, lookbook e, in alcuni casi, video.
Il prossimo step per produttori e rivenditori sarebbe Ottobre. Se tutto va bene, assisteremo anche ad un “mini boom” di matrimoni autunnali. I dubbi però sono ancora gli stessi, fors’anche maggiori per il timore di una “seconda ondata”, o una recrudescenza della pandemia in autunno.
Il settore wedding, in sintesi, si è visto costretto a confrontarsi coi limiti della sua impostazione storica così “high-touch” e personale per soddisfare le nuove esigenze del pubblico. Ma la tecnologia nel wedding è sufficiente a colmare queste lacune?
Una nuova era nel wedding
La pandemia ha indubbiamente provocato danni al dettaglio. 83.000 aziende coinvolte, 1 milione di lavoratori. L’incombenza di un crollo.
La vendita al dettaglio di matrimoni non è sfuggita al caos. All’inizio della primavera molte coppie stavano semplicemente spostando le date del loro matrimonio verso la fine dell’estate o l’autunno. Tuttavia, ora c’è un crescente riconoscimento del fatto che anche la stessa tipologia di evento dovrà assolutamente evolversi.
Eventi più intimi
L’industria si sta ora rendendo conto che questa situazione non è a breve termine, e non c’è una data di fine per questo. Per questo la formula del matrimonio si sta ricalibrando.
Molte delle coppie scelgono di andare avanti, ma tenendo una cerimonia piccola e intima. Tutti si stanno orientando su pacchetti diversi, perché le singole esigenze (che spesso dipendono anche da diverse norme, ad esempio sugli eventi affollati) influenzano l’interazione con venditori e rivenditori, e riallineano le priorità di spesa.
L’abito però resta l’abito
La tecnologia, come detto, può rivelarsi una strada ideale per integrare le offerte di prodotti ed eventi. Ma non su tutto: le spose, ad esempio, potrebbero essere disposte a rendere digitale parte del loro giorno speciale, ma il passaggio all’acquisto di un abito da sposa online potrebbe essere difficile per alcune.
“Non c’è stata una sola sposa che si è trovata a proprio agio nel selezionare un abito da sposa su Zoom o attraverso un consulente virtuale”. A segnalarmelo è un importante atelier che non vuole comparire. “Non è qualcosa che i nostri clienti hanno ancora abbracciato. È più probabile che lo facciano per gli abiti da damigella.”
Questo ovviamente non significa che i consumatori non saranno mai pronti ad acquistare online un capo come questo. Alcuni rivenditori si sono spinti in avanti con offerte più audaci.
Siti come matchedfashion.com, mytheresa.com o net-a-porter.com esibiscono disegni di ogni genere con prezzi mediamente più bassi dal 30 al 50%. La celebre rivista MarieClaire ha perfino adeguato il suo piano editoriale con un articolo di suggerimenti su come acquistare.
In fondo, dicono nel settore, le persone comprano ormai anche auto da 30.000 euro senza mai vederle da vicino. Perché non potrebbe essere così anche per gli abiti?
Tecnologia e wedding: bere o affogare, in ogni caso.
La maggior parte dei rivenditori di abbigliamento, compresi quelli nel segmento nuziale, è stata spinta a chiudere temporaneamente per bloccare la diffusione del virus. Ad aprile, le vendite di abbigliamento e accessori sono scese dell’89%. Il segmento si è in qualche modo ripreso nei mesi successivi (“solo” -25% a giugno), ma rispetto agli altri anni è ancora in forte difficoltà.
CreditRiskMonitor ci dice chiaramente che la metà dei rivenditori che potrebbe fare bancarotta nel 2020 si trova nel settore calzature o abbigliamento. La conversione online potrebbe non essere una pura scelta, ma una necessità.
Gli strumenti digitali
I sogni son desideri di felicità, diceva quel brano Disney. Viene da dargli ragione, visto che la media delle visite sui siti web di abiti nuziali è in aumento del 25% rispetto allo scorso anno. L’amore è un traino, e il mercato è ancora vivo. L’identikit della sposa-utente è di una ragazza che si muove a 30-60 giorni da un evento (quando acquista) e usa le risorse digitali. Consulta le schede degli abiti, predilige ovviamente i dettagli, dialoga con chatbot e assistenti virtuali o remoti per chiedere consigli.
Ma la vendita al dettaglio di matrimoni ha bisogno di tutta quella tecnologia post-pandemia?
Cosa rimarrà
C’è ciò che è necessario ora e ciò che è necessario in futuro. Le coppie si sposeranno ancora, anche se cambieranno le modalità per farlo. L’industria del matrimonio, che è ricca di rituali e realizzazione di fantasia, è stata incredibilmente lenta ad adattarsi ad alcune delle trasformazioni digitali ed e-commerce.
Anche le coppie stanno imparando che la tecnologia può far parte della loro pianificazione e delle loro spese relative al. giorno del matrimonio.
Si orientano, ad esempio, su cerimonie più ristrette ed intime, magari con l’aggiunta di un live streaming per mostrare tutte le parti salienti del rito, o del ricevimento. Valutano soluzioni per offrire in tutto o in parte anche l’esperienza remota del cibo. Una torta nuziale “estesa” (con una versione più piccina, magari stampata in 3D, per i presenti) da inviare anche ai congiunti che seguono da casa. Sembra un assurdo, ma è già nei progetti di qualcuno.
Quali che siano le proposte, il premio ed il mercato andranno a quelle aziende che sono innovatrici audaci. “I rivenditori che per primi svilupperanno la tecnologia giusta per farla uscire in sicurezza o connettersi a distanza con i propri clienti, saranno quelli che la spunteranno.