Più di 500 inserzionisti stanno boicottando Facebook, accusato di “non controllare adeguatamente i discorsi di odio”.
Mark Zuckerberg però non sembra affatto preoccupato. In una riunione interna di Facebook, il CEO dell’azienda si è detto certo che tutti questi inserzionisti che hanno iniziato a boicottare Facebook torneranno sulla piattaforma molto presto.
Il sito The Information è riuscito ad ottenere una trascrizione di questo incontro. In un paio d’ore Zuckerberg ha affrontato le preoccupazioni dei dipendenti di Facebook sul fatto che i principali marchi abbiano messo in pausa la spesa pubblicitaria sul social network.
Nonostante l’iniziativa di boicottare Facebook, Zuckerberg sembra irremovibile. Nel corso della riunione interna, ha dichiarato: “Non cambieremo le nostre politiche per una minaccia a una piccola percentuale delle nostre entrate, o a QUALSIASI percentuale delle nostre entrate”.
La pubblicità è la principale fonte di entrate per Facebook
Un rapporto diffuso dalla CNN suggerisce che, sebbene le compagnie che hanno deciso di boicottare Facebook includano alcuni nomi importanti come Coca-Cola, Microsoft, Starbucks e Target, non sono i maggiori spendenti sulla piattaforma. Il rapporto ha osservato che solo 3 delle 25 aziende che spendono di più su Facebook hanno confermato pubblicamente di unirsi al boicottaggio. E in ogni caso questi 25 principali investitori rappresentano più o meno appena il 3% delle entrate.
Perché da un mese queste aziende hanno iniziato a boicottare Facebook?
Il nodo della questione è la richiesta alla piattaforma di “maggiore responsabilità”.
Il social network di Menlo Park è la più grande rete pubblicitaria digitale al mondo dopo Google, con oltre il 21% di quota di mercato. Potrebbe essere piuttosto complicato per molte aziende uscire dalla rete pubblicitaria di Facebook senza avere piani alternativi per commercializzarsi sui social media.
Molto semplicemente: se le aziende prendono a boicottare Facebook, Facebook perde un po’ di soldi, le aziende perdono TUTTA la loro visibilità, o quasi.
Per questo Zuckerberg potrebbe aver ragione nel dire che gli inserzionisti torneranno sulla piattaforma. Ciò non toglie che a Facebook convenga comunque assicurarsi che ci siano abbastanza misure costruttive, o soluzioni di compromesso (più probabile) per convincere le aziende che stanno prendendo sul serio il discorso dell’odio.