Il bacino gigantesco degli utenti Fortnite è stato reclutato nel tentativo di farne un esercito per una guerra “antisistema”, dopo che ieri il popolarissimo gioco online è stato ritirato dagli app store iOS e Android.
Come detto, Fortnite è una corazzata. Uno dei giochi online più popolari al mondo, con 350 milioni di giocatori registrati. Fortnite contro Apple e Google per la questione dei pagamenti in-app non è una baruffa: è una guerra in piena regola.
Epic Games, gli sviluppatori di Fortnite, hanno affermato in due cause legali intentate ieri contro Apple e Google che le società “impongono restrizioni irragionevoli e mantengono illegalmente il loro monopolio al 100%” sul processo di pagamento in-app.
Come funziona il meccanismo di pagamento di Google e Apple
I giganti della tecnologia addebitano agli sviluppatori una commissione compresa tra il 15 e il 30% per qualsiasi acquisto effettuato in-app. L’acquisto in-app è un componente chiave di Fortnite, dove armi e abiti vengono spesso acquistati dai giocatori.
Apple, afferma Epic Games, impone regole rigide che rendono poco pratico per gli sviluppatori di app o giochi utilizzare qualcosa di diverso dall’app store iOS ufficiale dell’azienda per raggiungere gli utenti.
“Epic ha accettato liberamente i termini e le linee guida dell’App Store”, ha affermato Apple in una dichiarazione. Che è un po’ come dire “se non gli sta bene, può andare altrove”.
Ma ce n’è anche per Google. Epic afferma anche che Google svantaggi le app disponibili al di fuori del suo Play Store Android.
Google, diversamente da Apple, non rilancia: nega direttamente. “L’ecosistema Android aperto consente agli sviluppatori di distribuire app tramite più app store”, si legge in una nota.
Fortnite contro Apple e Google: le contromosse
Per protestare contro questa commissione esosa, Epic Games aveva modificato le versioni iOS e Android del gioco, offrendo ai giocatori uno sconto se pagavano direttamente lo sviluppatore per gli acquisti in-app.
Le reazioni dei due giganti del Big Tech non si sono fatte attendere. Apple ha immediatamente disabilitato l’accesso al gioco, citando problemi di sicurezza. Google ha seguito rapidamente l’esempio.
Le persone che hanno già installato il gioco continueranno a essere in grado di giocarci, ma i nuovi giocatori troveranno difficile farlo su Android e impossibile su iOS. Fortnite è ancora disponibile su altre piattaforme di gioco.
Non è finita qui: Epic ha intentato azioni legali contro entrambe le società (più info qui e qui), accusandole di attuare pratiche monopolistiche. E ieri ha proiettato nel gioco un filmato di 48 secondi ai tantissimi giocatori presenti online. Uno spot che fa il verso al più celebre spot “1984” di Apple contro IBM. “Apple soffoca l’innovazione, controlla i mercati e blocca la concorrenza”, dice il filmato.
La “chiamata alle armi” si conclude con la richiesta ai giocatori di “unirsi alla battaglia”, con tanto di hashtag #FreeFortnite.
Altri sviluppatori di app, tra cui ProtonMail e Match Group (i creatori di l’app di Tinder) hanno offerto supporto ad Epic Games.
Fortnite contro Apple e Google: cosa succede adesso
Le commissioni per gli acquisti in-app sono sempre più sotto esame. La Commissione UE ha avviato un’indagine su Apple a giugno in seguito ai reclami da parte di Spotify e della società di e-reader Kobo. Anche Telegram ha presentato una denuncia antitrust europea a giugno, mentre negli USA i politici hanno recentemente concluso un’audizione antitrust convocano 4 giganti della tecnologia, tra cui Google e Apple.
“Quello che stiamo vedendo è la conseguenza a lungo termine del passaggio dal Web aperto agli app store e agli ecosistemi chiusi”, afferma Jennifer Cobbe dell’Università di Cambridge. “Se controlli l’app store, hai un enorme potere su chi può fare cosa e come le persone possono utilizzare i loro dispositivi”.
I nodi arriveranno al pettine con le varie indagini antitrust
Epic Games è un “attore” pesante in questa battaglia. Uno dei nomi più importanti ad aver aperto bocca su ciò che molti nel settore vedono come pratiche monopolistiche. Non è un caso che Fortnite sia contro Apple e Google: sono le due aziende che più di tutte tendono a negare ogni addebito.
La “rivolta” potrebbe finire male. Ci sono state molte lamentele nel tempo, specie da piccoli sviluppatori. Tutto è passato sotto silenzio.
Se però non finisce male per Fortnite, giocoforza questa battaglia finirà per cambiare le carte in tavola. Magari modificando la percentuale delle commissioni. O attirando pressione da milioni e milioni di persone, e costringendo i colossi a cambiare o morire.
Fortnite contro Apple e Google. Una partita dall’esito scontato? Chissà.