Questo post è una libera, estrema sintesi di un interessante libro, The Syntellect Hypothesis: Five Paradigms of the Mind’s Evolution di Alex Vikoulov. Lo consiglio: contiene una interessante discussione sull’immortalità cibernetica.
Non giriamoci intorno: non sappiamo cosa sia la coscienza. O meglio, abbiamo un’idea di alcune sue caratteristiche, ma non andiamo oltre. La coscienza sembra essere quantistica per natura.
Per tanti ci sarebbe solo una coscienza universale. La nostra coscienza “locale” capterebbe come un’antenna un sé universale più ampio. Nei secoli giungere a comprendere questo sé è stato chiamato risveglio, illuminazione, trascendenza. Entro il 2040 il mondo potrebbe aprirsi a un futuro transumano. L’upload della propria mente in una macchina (o su un altro corpo, attraverso un trapianto di testa) potrebbe diventare una realtà. Una “massa critica” di caricamenti e la prospettiva di una immortalità cibernetica sarebbero due nuove frontiere della nostra specie verso una forma di cyber immortalità.
Contenitori di coscienza
Qualsiasi contenitore con una rete sufficientemente integrata di schemi di informazione e una certa complessità ottimale, in particolare sistemi dinamici complessi con cervelli biologici o artificiali potrebbe ospitare un nodo “di coscienza.
Questo tipo di unità di coscienza individuata sarebbe sempre dotato di libero arbitrio entro i vincoli dell’insieme di regole applicabili (“leggi fisiche”), influenzate dalle dinamiche del sistema di coscienza più ampio.
Non è troppo ingenuo presumere che la Coscienza Universale produca la fenomenalità solo sotto forma di avatar “bio”logici?
Ancora oggi, stiamo tutti contribuendo agli archivi digitali globali del Syntellect. Ogni volta che carichiamo una foto o facciamo una chiamata lasciamo un’impronta digitale nel cyberspazio.
Siamo, di fatto, in un oceano di coscienza, e in fondo siamo sempre stati parte di questa rete mente-spazio, di una “mente alveare” tecno-culturale, essendo ognuno di noi un prodotto della nostra “realtà virtuale” sociale.
Come sarà il futuro transumano
Il modo più probabile non invasivo per trasferire la coscienza umana nel prossimo futuro, con fasi iniziali negli anni 2030, potrebbe essere la convergenza di optogenetica, nanotecnologie, neuro ingegneria e informatica immersiva. In sintesi, tecnologie e neurotecnologie che consentono di collegare i nostri sistemi direttamente nel cloud.
Dopo una graduale migrazione della mente in un Cloud alla fine ci trasformeremo tutti in menti digitali immortali “indipendenti dal substrato”, che vivono in un cyber-paradiso disegnato da noi.
Alla fine di quel processo non avremmo nemmeno più bisogno di un corpo fisico. Potremmo diventare 100% digitali: dal punto di vista evolutivo, i nostri cervelli biologici sono un ponte verso i supercervelli artificiali postbiologici. Quindi, gli umani devono prima attraversare una breve fase di cyborgismo, prima di entrare nella fase successiva del sviluppo evolutivo.
Esocorteccia
Inizialmente, ognuno di noi avrà una “esocorteccia” personale in cloud, una sorta di terzo emisfero cerebrale non biologico, che sarà in comunicazione costante con gli altri due emisferi cerebrali biologici. Qualcosa di simile a quanto immaginato, con tutta probabilità, dalla Neuralink di Elon Musk.
Ad un certo punto, questo “terzo emisfero” avrà un contenuto informativo estremo e una conoscenza intima della nostra biologia, della nostra personalità e di altri attributi del mondo fisico per integrarsi perfettamente con noi, come una entità olistica.
Mentre il nostro apparato biologico originale impallidirà rispetto all’esocorteccia forse miliardi di volte più capace, l’esocorteccia assumerà senza problemi tutte le funzioni del cervello biologico. Per un periodo di transizione (di alcuni decenni) le persone non saranno limitate a un solo corpo fisico.
Alla fine, le persone saranno in grado di formare identità in numerosi substrati, per instradare la loro identità attraverso la biosfera, la cybersfera, il metaverso e altri ambienti virtuali.
Gradualmente, le nostre menti migreranno nel cyberspazio con infiniti universi virtuali personalizzati. E il nostro schema mentale persisterà lì.
In ogni caso, saremo ancora noi. Come menti cyberumane elaboreremo le informazioni migliaia di volte più velocemente. Il nostro pensiero sarà veloce a tal punto che cambierà la nostra stessa percezione soggettiva del tempo. Un giorno di calendario potrà durare decenni o addirittura secoli.
In un futuro transumano questa nuova generazione di umani percepirebbe la parte non potenziata della popolazione: creature dal pensiero più lento sembrerebbero loro quasi statiche, come oggi sono per noi le piante d’appartamento.
L’umanità tenderà a vivere la convergenza verso una singola mente globale e a sbloccare una nuova, più grande realtà: ‘L’ipotesi Syntellect’.
Cyber divinità
Siamo esseri orientati alla ricerca della trascendenza. L’obiettivo finale dovrebbe essere raggiungere la Singolarità della Simulazione, cioè la divinità ingegnerizzata. Dotati di immortalità cibernetica ed accesso a qualsiasi esperienza VR ultra-realistica e sensoriale limitata solo dalla nostra immaginazione, saremmo di fatto delle Cyber divinità dotate di cyber immortalità.
Potremmo immergerci nell’esperienza VR di qualsiasi essere umano mai vissuto, o in quella di scenari immaginari o di qualsiasi creatura che desideriamo incarnare come avatar.
Se ci pensate è una cosa già successa, secondo alcuni culti. Se si crede ad un’unica coscienza universale, l’esperienza come umani è proprio questo: una simulazione su un altro livello.
Il futuro transumano
In quanto transumanista miriamo alla cosiddetta continuità della soggettività per mezzo di tecnologie avanzate. La morte nel senso comune della parola diventerà opzionale e la cyber immortalità sarà alla nostra portata durante la nostra vita.
Una volta nella Singolarità simulata ci attenderanno trilioni di anni di novità soggettiva fino a quando non vorremo immergerci così tanto da dimenticare volontariamente chi siamo nella realtà.