Campo largo e mistero profondo: questi sono da sempre gli ingredienti quasi mistici di Neuralink, la startup di Elon Musk che punta a connettere al computer il cervello umano.
All’una di questa notte (ora italiana) è andato in scena l’ultimo atto in ordine di tempo: una prima demo Neuralink, la presentazione di uno scenario reale di processo e funzionamento.
Elon Musk ha mostrato dal vivo la tecnologia di Neuralink usando maiali con dispositivi di monitoraggio del cervello impiantati chirurgicamente.
Demo Neuralink: non per fondi, ma per arruolare
Lo scopo dell’intera presentazione, ha detto il tycoon, è stato il reclutamento, non la raccolta fondi o qualsiasi altro tipo di promozione. “Non stiamo cercando di raccogliere fondi o fare altro, ma lo scopo principale è convincere persone fantastiche a venire a lavorare in Neuralink e aiutarci a portare a compimento il prodotto, rendendolo accessibile e affidabile e in modo tale che chiunque vorrà potrà averne uno “.
Musk ha poi continuato dicendo che il motivo per cui vuole rendere la tecnologia Neuralink disponibile a tutti è che quasi tutti avranno qualche tipo di problema neurologico nel tempo. Perdita di memoria, ansia, danni cerebrali, depressione e una lunga lista di altri disturbi. Naturalmente, non ci sono prove evidenti che uno qualsiasi di questo lungo elenco di problemi possa essere rapidamente e facilmente “risolto” con una qualsiasi soluzione, quindi è un po ‘difficile vedere questo come un obiettivo finale ragionevole per l’azienda.
L’obiettivo è ambizioso (e sicuramente soggetto a molti dibattiti etici e medici) ma la tecnologia che Musk ha mostrato lo è molto meno.
La prima cosa che si può notare è che l’impianto di Neuralink ha cambiato design e dimensioni rispetto a quello presentato l’anno scorso. Un profilo fisico del dispositivo più piccolo, tanto da poter essere completamente nascosto sotto i capelli una volta installato nel cranio.
Tre piccoli porcellin
Musk ha poi richiamato l’attenzione del pubblico su tre maiali presenti in recinti vicini. Il primo era ancora “al naturale”, il secondo (“Gertrude”) aveva un impianto Neuralink, il terzo aveva ricevuto un impianto poi successivamente rimosso.
Dopo qualche riluttanza di Gertrude ad uscire dal recinto, Musk ha mostrato il maiale cui era stato rimosso l’impianto. L’obiettivo era far capire al pubblico (sistemato a debita distanza su tavolini da club) che l’animale non aveva subito danni né dall’impianto, né dalla rimozione.
Tornando a Gertrude, Musk ha mostrato un display che riproduceva un suono e mostrava un picco visivo ogni volta che l’impianto rilevava il contatto tra il muso del maiale e del cibo.
I primi dati di Link
Link, questo il nome del piccolo impianto, ha una batteria in grado di durare tutto il giorno (e di ricaricarsi durante la notte). La sua portata è abbastanza lunga da poter interagire con un telefono. Si potrà dunque tener traccia dell’attività dell’impianto attraverso un’app e l’immancabile Bluetooth.
La notizia però è un’altra, a dispetto delle varie fasi della presentazione. La FDA americana a luglio ha designato Neuralink come dispositivo rivoluzionario.
Questa designazione accelera le autorizzazioni da parte dell’autorità americana al primo impianto umano.
Demo Neuralink: cosa si potrà fare
Quello mostrato stanotte era solo un dispositivo di lettura: che riceveva dati dai segnali nel cervello del maiale. Il piano è quello di fornire capacità di lettura e scrittura, con l’obiettivo di affrontare una grande varietà di problemi neurologici.
Le possibilità dei dispositivi Neuralink sono tante. Non solo quelle di correggere problemi neurologici (in verità le vedo più differite nel tempo).
Si potrà “chiamare” la propria Tesla con il pensiero, o controllare videogiochi con la mente. A distanza di un anno i passi avanti non sembrano pochi, ma la sensazione è che siamo ancora ai blocchi di partenza.