L’acqua più calda sulla superficie dell’oceano rende gli uragani più veloci. E se (attenzione) si usassero dei tubi sottomarini per spostare in superficie l’acqua più fredda che si trova sul fondo?
I cambiamenti climatici stanno rendendo gli uragani sempre più violenti, e uno dei motivi è che gli oceani più caldi fanno aumentare la velocità delle tempeste. L’aumento di un solo grado della temperatura superficiale dell’acqua può aumentare la velocità del vento fino a 20 miglia (oltre 30 chilometri) all’ora. E se una tecnologia potesse raffreddare l’acqua? Potrebbe aiutare a prevenire le catastrofi e a fermare gli uragani? È quanto si chiede OceanTherm, startup norvegese.
OceanTherm, acqua fredda dal fondo marino
La teoria esposta poc’anzi è alla base di una tecnologia (ancora non dimostrata) di una startup norvegese chiamata OceanTherm.
Nella stagione degli uragani, le navi dovrebbero dispiegare tubi di grandi dimensioni con fori profondi sott’acqua, dove l’acqua è più fredda, e quindi pompare aria, che spingerebbe le bolle d’acqua fredda in superficie.
Al passaggio di una tempesta sull’acqua più fresca, la diversa temperatura potrebbe fermare gli uragani più dannosi.
OceanTherm, la genesi del progetto
Il CEO di OceanTherm, Olav Hollingsaeter è un ufficiale sottomarino in pensione della Marina norvegese. Ha iniziato a pensare al concetto dopo aver visto la devastazione dell’uragano Katrina.
Quella tempesta ha guadagnato forza “a causa della temperatura della superficie del mare molto calda prima che arrivasse a terra”, dice Olav. “Sono un vecchio sommergibilista e sapevo che l’acqua è più fredda nelle profondità dell’oceano. Quindi il mio pensiero era: Perché non usiamo quest’acqua fredda nel mare profondo mescolata con l’acqua superficiale per fermare gli uragani? ”
Nel caso più recente dell’uragano Laura, come altro esempio, la tempesta ha viaggiato sull’acqua con una temperatura superficiale di 30 gradi Celsius (87 gradi Farenheit). “Se riesci a portare la temperatura della superficie del mare al di sotto di 80 gradi Fahrenheit (27 gradi Celsius), allora togli una fonte di energia all’uragano”, dice Hollingsaeter. “Questa è la teoria.”
Non è l’unico approccio di questo tipo per fermare gli uragani
Altri hanno preso in considerazione idee simili, tra cui Bill Gates e lo scienziato del clima di Stanford Ken Caldeira, che ha depositato un brevetto nel 2009 per un sistema che spingerebbe l’acqua calda verso il basso dalla superficie e solleverebbe l’acqua più fredda (con un dispositivo fisso). Molti esperti sono però scettici sul fatto che la tecnologia avrà l’effetto desiderato, a causa molteplici fattori che influenzano la crescita delle tempeste, non solo la temperatura dell’acqua. “Manca metà del problema”, dice Frank Marks, direttore dell’Atlantic Hurricane Research Division. Cambiare la temperatura dell’oceano alla scala necessaria per fermare gli uragani e avere un impatto su una tempesta enorme potrebbe anche avere conseguenze non intenzionali, come causare una siccità o un’altra tempesta altrove.
OceanTherm non concorda, e sostiene che il concetto necessiterebbe di ulteriori studi prima di poter essere respinto.
Il progetto pilota
La startup norvegese prevede di iniziare un progetto pilota di due anni con modellazione al computer e test nel mondo reale nel Golfo del Messico. Nei primi test in acque fredde al largo della Norvegia, l’avvio ha dimostrato che era possibile raffreddare la temperatura superficiale di circa quattro gradi Celsius (quanto basta per fermare gli uragani). In Norvegia, per decenni i sistemi di tubi sommersi hanno utilizzato le bolle per lo scopo opposto: spingere l’acqua più calda in superficie per prevenire il ghiaccio.
Il progetto pilota aiuterà l’azienda a capire meglio quanto dovrebbe essere grande questo tipo di sistema per funzionare (e quali effetti potrebbe avere sulla vita marina). Una versione potrebbe essere installata permanentemente in una posizione chiave, come tra Cuba e il Messico o tra Cuba e la Florida. OceanTherm stima che costerebbe circa 500 milioni di euro per la costruzione e tra 80 milioni e 100 milioni all’anno per funzionare.
Un’altra versione, mobile, potrebbe essere distribuita dalle navi durante la stagione degli uragani. Fermare gli uragani in modo “flessibile” avrebbe costi iniziali inferiori ma un budget operativo molto più alto, compreso tra 100 milioni e 300 milioni all’anno. È un costo enorme, ma di gran lunga inferiore ai danni che possono essere causati da imponenti tempeste. Il Congressional Budget Office stima che i venti degli uragani, le mareggiate e le forti piogge causino perdite per circa 54 miliardi di euro all’anno.