Spesso può capitare di aver bisogno di un piccolo catenaccio. Niente di trascendentale: può servire per chiudere un armadietto in palestra, o magari la catena della bici. E si, poi c’è anche la chiave, piccina e insidiosa da conservare. Finchè non è arrivato Tapplock.
Il ricorso alle informazioni biometriche come fattori di autenticazione e di sicurezza sta muovendo i primi passi dagli ultimi anni del decennio appena concluso. Principalmente con i telefoni cellulari che hanno montato sensori, poi anche con altri sistemi (marcatempo, computer e altro) sono sempre di più le applicazioni che richiedono le nostre impronte per sbloccarsi. (Io preferisco la biometrica divertente, però). Da un po’ l’industria ha iniziato a concentrarsi su tutta una serie di applicazioni di massa che possano giovarsi di questo sistema. Tapplock risponde a questa domanda: è semplicemente un catenaccio che si apre con le impronte digitali. Adopera informazioni biometriche del proprietario (o di altri soggetti di fiducia) e con quelle fa tutto ciò che fino a ieri era possibile fare soltanto con il ricorso ad una o più chiavi.
Come funziona Tapplock
L’aspetto esteriore del catenaccio è perfettamente identico a quello dei normali catenacci che vediamo in giro. Solo, al posto della “toppa” nella quale infilare una chiave, c’è un sensore di impronte digitali. “Ma se il proprietario non può mettere il dito sul catenaccio per qualsivoglia motivo,” mi direte cari lettori, “nessuno potrà aprirlo”? Ma certo: Tapplock può memorizzare fino a 100 differenti impronte digitali. Si può configurare (io l’ho fatto col mio smartphone) l’uso di tutte e 10 le proprie dita (così lo sblocchi come ti pare) e in più abilitare chi vuoi ad aprirlo.
Non serve portare con sé chiavi, o preoccuparsi di non smarrirle o romperle. Non servono combinazioni o password. Non devi armeggiare per un po’ cercando di aprirlo se vai di fretta, o al buio: ci poggi il dito e via. Si apre in meno di un secondo (0.8 secondi, per la precisione).
Dice: come lo configuri? C’è l’app companion. Quindi ha il bluetooth? Sissignore. Quindi i tuoi dati potrebbero essere carpiti da qualcuno, o spediti a qualcun altro sfruttando la connettività di un piccolo catenaccio? L’azienda, come sempre, dice assolutamente di no.