Il marchio di streetwear italiano GCDS, un acronimo che sta per “God Can’t Destroy Streetwear”, ha svelato la sua collezione Primavera 2021 con un’innovativa e affascinante sfilata virtuale che ha coinvolto degli avatar.
La sfilata virtuale GCDS ha creato un set fantasy con rendering fantascientifici di modelli reali. Professionisti Aweng Chuol, Raisa Flowers, Jazzelle Zanaughtti e Ottawa Kwami. E siccome moda virtuale significa (e significherà sempre più) affare reale, la passerella ha poi ospitato tra il pubblico anche apparizioni animate di celebrità come Dua Lipa e Anwar Hadid.
Fuga dalla realtà
Un esercizio che la moda ha sempre in qualche modo perseguito. La capacità di leggere le tendenze e di guidarle per mano è una prerogativa sia degli stilisti che dei futurologi, a ben vedere. Tutti gli aspetti di una sfilata in tempo reale sono stati perciò ricreati, aggiungendo un mood fantastico. Perchè lavorare su modelli in carne e ossa scolpendo vere e proprie sculture (spesso davvero stravaganti) è un po’ la stessa cosa. La sfilata virtuale è ancora più libera da limiti fisici, e GCDS ne approfitta per reimmaginarla in uno scenario utopico.
Giuliano Calza, direttore creativo dell’azienda, ammette di pensare ai cartoni animati di fantascienza come una forma di evasione dalla pandemia globale. Calza ha anzi colto tutte le somiglianze tra moda e fantasia, e ha deciso che “lo spettacolo deve continuare”.
Sfilata di moda virtuale: un happening multiforma
GCDS ha collaborato con la società di ingegneria di Los Angeles Emblematic per creare una piattaforma digitale che ospitasse sia la sfilata virtuale, sia spazi di intrattenimento. Una sala giochi, spazi sociali per avatar e l’accesso al backstage. Dopo la passerella virtuale, gli spettatori hanno avuto l’opportunità di interagire con il team di GCDS, porre domande e partecipare a proiezioni di cortometraggi privati, o giocare con gli avatar.
Tutti i capi (realmente in vendita) sono stati creati in 3D con grandissima attenzione al dettaglio. Cuciture, tessuti, colori e loghi: nel marasma fantastico, sono stati la cosa più realistica di tutte. Anche l’hairstyle e il makeup sono stati affidati ad esperti di settore. Il compito “in outsourcing” è toccato agli specialisti delle passerelle Erin Parsons e Syd Hayes, che hanno disegnato i look dei modelli avatar di questa prima sfilata virtuale.
A proposito: date un’occhiata.
Prima e ultima sfilata? Ne dubito. Un format nato per restare
GCDS è pioniere di questo format di passerella e sfilata virtuale, per soddisfare una clientela “giovanile” sempre più esperta di linguaggi e interfacce digitali. Con l’industria della moda che ha innovato nuovi metodi di presentazione, potremmo vedere molte più sfilate virtuali al posto di GCDS. E l’avvento della realtà virtuale “democratizzerà” anche eventi del genere, solitamente riservati (nella loro versione fisica) a giornalisti e VIP.
Di più: nel mondo della realtà virtuale i clienti potrebbero diventare contemporaneamente anche modelli. Potrebbero sfilare con gli abiti che intendono acquistare, saggiandone la resa e interagendo con altri clienti. Potrebbero decidere di comprare l’abito fisico, o (pagando di meno) solo la sua versione virtuale, magari da indossare in qualche nuovo spazio social da attraversare tenendo i visori VR sugli occhi.