Secondo gli esperti, le tecnologie emergenti (AR – realtà aumentata, VR – realtà virtuale e AI – intelligenza artificiale) giocheranno un ruolo cruciale nella creazione di un futuro di lavoro accessibile per persone con disabilità.
La necessità di smartworking durante la pandemia di COVID-19 ha accelerato l’adozione delle tecnologie emergenti sul posto di lavoro. “Quello che sarebbe dovuto accadere in cinque anni, è successo in un paio di mesi”, dice Cathy Hackl, futurista e scrittrice, durante un webinar del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti il 20 ottobre. Il corso online si concentrava sul futuro accessibile del lavoro inclusivo guidato dalle tecnologie emergenti.
Poiché datori di lavoro e dipendenti continuano a lavorare durante una crisi in corso, questi ultimi mesi hanno fornito l’opportunità di “ripensare a come la tecnologia ci aiuta a svolgere meglio il nostro lavoro”, ha detto Hackl.
Cathy Hackl è specializzata nell’impatto di AR, VR e AI e ha lavorato alla strategia aziendale e all’innovazione con marchi come Mozilla, Sony Pictures e Adobe. La chiave del suo lavoro? Pensare alla tecnologia non solo come qualcosa che sostituisce i lavoratori, ma come qualcosa che offre ai lavoratori maggiori capacità di fare un lavoro che non erano in grado di fare prima.
Livellamento del campo di gioco
“Avendo lavorato in realtà aumentata e realtà virtuale per diversi anni, ho visto una tendenza verso una maggiore accessibilità” per le persone con disabilità, dice la Hackl.
Come darle torto? Sono sempre di più i dispositivi di interfaccia cervello-computer. Alcuni sono in grado di leggere le onde cerebrali. Con alcuni si possono accendere le luci solo col pensiero. Altri permettono di far muovere piccoli robot. Con altri ancora si può navigare in rete, cambiare canale e inserire codici solo con la mente.
La tecnologia “livella il campo di gioco” e aumenta l’indipendenza, fornendo opportunità di carriera e di lavoro inclusivo anche per chi ha subito, ad esempio, una lesione del midollo spinale.
Le tecnologie emergenti consentono a chiunque e tutti di svolgere lavori che forse non avevano la possibilità di fare prima, ma che saranno in grado di farlo in questa esperienza digitale virtualizzata che stiamo vivendo.
Cathy Hackl
Gli spazi virtuali? Oltre i videogiochi
La realtà virtuale è utile per la formazione professionale complicata o ad alto rischio. Ad esempio, alcune scuole di medicina utilizzano cadaveri virtuali per la formazione. Chi li utilizza è in grado di esercitarsi anche 100 o 200 volte prima di entrare effettivamente in sala operatoria. Uno studio di Osso VR, una piattaforma di formazione chirurgica, ha rilevato che i chirurghi ortopedici che si sono formati con un sistema di realtà virtuale hanno ottenuto prestazioni migliori del 230% rispetto ai loro coetanei.
L’intelligenza artificiale ha un enorme potenziale per essere utile. Ora tocca a noi: come detto in altri post, per prosperare nella futura forza lavoro è necessario avere la capacità di apprendere continuamente nuove competenze, specie soft skill. Se le tecnologie emergenti aumenteranno la durata della vita, la Generazione Z e le prossime cambieranno carriera e avranno molti ruoli diversi nel corso della loro vita.