Il concept di Modular Workstation Computer è una soluzione hardware incentrata completamente sulla personalizzazione fai-da-te.
Un PC modulare davvero avanzato, e allo stesso tempo dal sapore semplice e familiare. Una soluzione pensata per gli utenti che cercano un modo per mantenere i loro prodotti tecnologici più a lungo, semplicemente aggiornandoli solo quando serve. Non è, quantomeno non dovrebbe essere mai necessario cambiare un prodotto ogni pochi mesi. Semmai, aggiornarlo come si fa con un software, cambiando solo ciò che va cambiato, e riusando ciò che va bene.
PC modulare: indietro c’è posto
Il PC modulare pensato dal designer tedesco Philipp Seißler interpreta le esigenze degli utenti e le porta in una precisa direzione. Sul retro. A parte la battuta, intendo proprio fisicamente: le componenti che siamo abituati a vedere dentro un case troveranno spazio FUORI dal pc modulare. Per essere precisi, dietro ad un display.
Una “trovatina” che permette agli utenti del pc modulare di sostituire facilmente le componenti quando richiedono più potenza (togli una ram, mettine o aggiungine altra), o se si rompono: nessun limite tecnico, nessuna necessità di svitare pannelli e mettersi a smanettare con fili e schede madri.
Un cambio di prospettiva
Il PC modulare Seißler è qualcosa di più che un semplice concept. Ha un valore quasi “didattico”. Ci fa capire come il design industriale futuro potrà sempre di più aiutarci a introdurre nuove abitudini. Una soluzione modulare del genere, ad esempio, incoraggia gli utenti a eseguire semplicemente piccoli aggiornamenti e correzioni invece di dover sostituire completamente le loro apparecchiature.
Maggiore sostenibilità? Certo, perchè evita inutili sostituzioni. Meno sprechi? Sicuro, perchè evita i complessi giri che un prodotto, specie informatico, deve fare a fine vita. Combatte la piaga dell’obsolescenza programmata? Si, almeno in parte. Perchè, se non altro, “invecchieranno” singole parti, e non tutto. Insomma, il PC modulare può essere davvero valido.