L’idea che non ti aspetti, da chi non ti aspetti. Brian Brooks, il principale regolatore bancario americano, vuole colmare il divario di ricchezza tra i paesi in via di sviluppo e quelli sviluppati con un piano che ha chiamato “country coin”.
Il nome non dice granché e non è di impatto (“country coin”, “moneta nazionale”: una cosa più generica non c’è). La sostanza però sembra buona. Il punto cruciale del piano è promuovere l’istruzione e la crescita economica in tutto il mondo.
Poiché tassi di alfabetizzazione più elevati sono correlati a un “prodotto interno lordo” più elevato, dice Brooks, incentivare le persone a continuare la scuola può aumentare la produttività, il benessere individuale e la prosperità sociale.
Moneta nazionale per l’apprendimento continuo
Sono principi che troviamo nella letteratura accademica, ma la loro attuazione è in ritardo nella pratica. Brooks vuole realizzarli con un mezzo che farà storcere il naso a molti. Come incentivare la cultura? Con una moneta nazionale. Una criptomoneta, per essere precisi.
Secondo il piano, i governi mondiali ricompenserebbero le persone con la cosiddetta “moneta nazionale per l’apprendimento continuo”.
Uno studente guadagnerebbe monete completando corsi offline ed online, e superando dei test. Le monete rappresenterebbero essenzialmente crediti su un “fondo fiduciario” istituito dallo Stato. Il country coin darebbe diritto ai destinatari a pagamenti futuri che rappresentano una quota del gettito fiscale in aumento generato dall’aumento del PIL.
Country coin in sintesi
Traduzione: Man mano che le persone ottengono più istruzione le nazioni, gli studenti che guadagnano monete e gli investitori diventano più ricchi insieme. La moneta nazionale per l’apprendimento continuo garantirebbe benefici a tutti, non solo alle persone che ottengono buoni stipendi nel mercato del lavoro dopo aver terminato gli studi.
Questo è un modo per aumentare l’equità e aumentare la crescita senza aumentare le tasse e senza mettere i ricchi contro i poveri
Brian Brooks
Idea da Nobel?
Brooks con le valute ci sa fare. Le controlla, per essere precisi. È Comptroller of the Currency (OCC), a capo di un ufficio indipendente all’interno del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti che e supervisiona tutte le banche nazionali e le istituzioni di risparmio.
Sarà per questo che, esponendo la sua idea al Singapore Fintech Festival la scorsa settimana, è stato “diversamente umile” dichiarando “questo dovrebbe essere il prossimo premio Nobel. È una grande idea. ”
Metto un secondo da parte questa dichiarazione che in me suscita rara antipatia, e faccio passare come “oltremodo entusiasta”. Brooks ha paragonato il potenziale impatto della proposta a quello avuto da Muhammad Yunus sui finanziamenti con microprestiti. Effettivamente QUELL’IDEA valse a Yunus un Premio Nobel nel 1996 (seppure per la Pace e non per l’economia).
Dove si potrebbe cominciare?
Brooks pensa che aree come Afghanistan, Sud-est asiatico e America Latina sarebbero terreni di sperimentazione ottimi per la “country coin”.
Una moneta nazionale per l’apprendimento continuo può avere un grande impatto proprio lì: ciò che serve, ovviamente, è che le autorità di regolamentazione “riconoscano questo come un approccio politico agile per far diventare tutti un po’ più ricchi insieme, che è ciò che il mondo in via di sviluppo dovrebbe desiderare”, dice Brooks.
Moneta nazionale per l’apprendimento: la criptovaluta per lo sviluppo
Bryan Hubbard, vice di Brooks, ha anticipato l’uscita di un rapporto che descrive in dettaglio la proposta di moneta nazionale.
“Con questo progetto, la country coin diventa una quota quasi azionaria nel paese perché rappresenta una previsione sulla crescita dei flussi di cassa futuri”, dice il documento che, di fatto, lega in modo pratico l’istruzione al benessere mondiale.
In pratica, questo significa che uno studente colombiano potrebbe seguire corsi virtuali utilizzando un telefono cellulare e ricevere, come compenso, della “moneta nazionale per l’apprendimento continuo” della Colombia dal ministero delle finanze. Se la moneta vale, mettiamo, 10€ al momento dell’emissione, guadagnare 100 country coin produrrebbe immediatamente 1.000 euro di guadagno. Supponendo che il PIL e la base imponibile della Colombia aumentino nel tempo, il valore di questa country coin potrebbe anche aumentare parallelamente alla crescita del paese.
Il paese investe in cultura. Tu investi in cultura. Il paese investe su di te. Tu investi sul paese.
Istruzione di base universale
Agli occhi di un ignorante come me questa potrebbe suonare come una sorta di utopia finanziaria, e non c’è dubbio che in questo momento, dicembre 2020, lo sia.
Di fatto, però, si lega a doppio filo con un concetto importante, che potrebbe essere introdotto presto in Europa (specie se contribuite alla raccolta firme): un reddito minimo universale.
Con una variazione: invece di distribuire una determinata somma di denaro alle persone semplicemente per essere cittadini contribuenti, la moneta nazionale per l’apprendimento continuo ricompenserebbe le persone per il fatto di studiare e imparare. Perché studiare e imparare migliora direttamente i risultati nazionali in termini di salute, mezzi di sussistenza, stabilità sociale e PIL.
Dipende da cosa studi! O no?
La disciplina scelta non ha importanza: che sia intelligenza artificiale o teoria letteraria postmoderna fa poca differenza. “La crescita del PIL è influenzata dai professori di filosofia, non meno che dagli ingegneri del software”, dice Brooks. “La bellezza di questo approccio è che i mercati del lavoro possono ancora trattarti in modo diverso, ma tutti condividono la creazione di ricchezza nazionale. Siamo tutti insieme. “
Alcuni paesi, peraltro stanno già sperimentando forme di reddito di base universale. I test si sono svolti in Brasile, Kenya, Svizzera e Finlandia, oltre che negli Stati Uniti (in Alaska e California).
Negli Stati Uniti, l’idea ha guadagnato più popolarità dopo che l’ex candidato presidenziale democratico Andrew Yang l’ha adottata come parte della sua campagna. In Italia, le idee legate al reddito minimo sono state proposte spesso dal Movimento 5 Stelle.
La vera potenza provocatoria dell’idea di Brooks, comunque, è una. Quella di utilizzare i meccanismi “diabolici” della finanza come forza positiva.